
Obiettivo: vincere. Julian Nagelsmann non si è affatto nascosto nel suo primo giorno da commissario tecnico della Germania. Ieri in mattinata l’ufficialità, poi a mezzogiorno la conferenza stampa e le prime parole. A sei mesi di distanza
dall’esonero dal Bayern Monaco, il tecnico torna in pista sedendosi su un’altra panchina tanto prestigiosa quanto pesante.
Ha firmato fino al 31 luglio 2024, ovvero, per guidare la squadra all’Europeo da disputare in casa. Mai nella storia della federazione un ct aveva firmato un contratto così breve, ma d’altronde i tempi sono stati imposti soprattutto dalle circostanze più che eccezionali dopo la dipartita di Hansi Flick, sollevato dall’incarico dopo l’1-4 subito dal Giappone a Wolfsburg.
"La fiducia di gaudagna, visto al Bayern?"
La scelta di aggrapparsi al classe 1987 - che sul tema sostiene come «la fiducia la si debba guadagnare con il lavoro e non su carta, visto che al Bayern avevo un contratto lungo ma quello che si concorda non sempre poi è rispecchiato nella realtà» - è stata dettata soprattutto da una chiara volontà di tracciare un segno di discontinuità con quella che era stata la strada tracciata nell’ultimo quinquennio tra Löw e appunto il suo storico vice. Il nativo di Landsberg am Lech ha accettato un sostanzioso taglio dello stipendio, passando dai circa 7 milioni di euro l’anno percepiti in Baviera alla metà, ma «non voglio che questa cosa venga evidenziata o che passi per un bel gesto» ha affermato, «perché sono solo felice di fare il mio lavoro». Un lavoro che svolgerà in forte cooperazione con Rudi Völler, direttore sportivo della nazionale, ma soprattutto con i suoi due assistenti Sandro Wagner e Benjamin Glück.
