Condanna a 4 anni e 9 mesi e a una multa di oltre 3 milioni di euro. È quanto chiesto della Procura di Madrid per la presunta frode fiscale di cui è accusato Carlo Ancelotti. Al tecnico del Real, è imputata un’evasione di 1.062.079 euro dalle dichiarazioni del 2014 e 2015, al tempo del suo primo incarico sulla panchina dei Blancos. Per lui, un possibile patteggiamento come già accaduto per casi analoghi che in passato hanno riguardato anche Lionel Messi, Cristiano Ronaldo e Shakira, ex moglie di Gerard Pique. Ancelotti ha così raggiunto il tribunale di Madrid nella mattina di mercoledì 2 aprile. In conferenza stampa aveva dichiarato non essere preoccupato: "Ho fiducia cieca nella legge e nella giustizia. Mi infastidisce che dicano che ho frodato il fisco, ma testimonierò con entusiasmo”.
Processo Ancelotti: l'accusa della Procura
Residente a Madrid dal luglio 2013 all'ottobre 2015, Ancelotti è accusato di avere dichiarato i guadagni derivati dal contratto con il club, omettendo quelli generati dai diritti d’immagine oltre alle rendite di alcune proprietà immobiliari. Un’omissione che sarebbe avvenuta "in maniera fittizia ha preteso di aver ceduto ad altri enti”. Nello specifico, gli introiti dei diritti d’immagine ammonterebbero a 1,2 milioni di euro nel 2014 e a 2,9 milioni nel 2015. Il tecnico avrebbe inoltre fatto ricorso a "un complesso e confuso schema di fideiussioni e società interposte”, “al fine di eludere il pagamento di tali diritti di immagine” e "canalizzare la riscossione". E ancora, avrebbe "simulato la cessione dei suoi diritti di immagine a enti privi di attività reali" le cui sedi sono situate oltre i confini della Spagna "perseguendo così l'opacità nei confronti dell'Agenzia Tributaria spagnola".
