Mané risolve problemi e Klopp si mangia le mani

Il senegalese, liquidato troppo in fretta dal Liverpool, ha già fatto innamorare il Bayern. E ad Anfield lo rimpiangono
Mané risolve problemi e Klopp si mangia le mani© Getty Images

C’è una ragione se, in questo inizio di stagione, il Liverpool sta annaspando, se il gioco dei Reds non è più così fluido, se centrare la vittoria costa maggior fatica rispetto alle annate passate. C’è un motivo se, in questo inizio di stagione, il Bayern è quanto di più simile a uno schiacciasassi che si possa trovare nel football europeo: i bavaresi segnano a raffica in Champions League e pure in Bundesliga e, pur non essendo in vetta al campionato, sono senza alcun dubbio la squadra da battere in patria, quella che offre spettacolo ogni volta che scende in campo. Il “fil rouge”, anzi forse sarebbe più appropriato definirlo “fil noir”, che lega le due questioni, le vicende di due top club del Vecchio Continente, ha un nome e un cognome: Sadio Mané. Il senegalese è stato decisivo nelle 6 stagioni passate ad Anfield: dal 2016 al 2022 ha fatto innamorare la gente Scouse per le sue doti in campo e per la sua semplicità nella vita di tutti i giorni. Vedendo i balbettii di Luis Fernando Díaz e Darwin Núñez, assistendo alla parabola discendente che sta inevitabilmente colpendo, per ragioni anagrafiche soprattutto, Mo Salah e Bobby Firmino, la metà rossa del Mersey si interroga se il benservito al trentenne di Bambali non sia stato troppo azzardato.  
Che Jürgen Klopp abbia dei “punti ciechi”, viva di innamoramenti calcistici fortissimi, ma spesso non troppo obiettivi, è cosa risaputa. A chi nutre dubbi basterebbe ricordare cosa accadde con Simon Mignolet e Loris Karius, solo per citare i casi più eclatanti: il tecnico tedesco dei Reds decise di rinforzare la squadra partendo dall’attacco e non dalla difesa, tardando due anni a comprare un portiere degno di questo nome (Alisson Becker dalla Roma) e due anni e mezzo ad acquistare un difensore (Virgil van Dijk dal Southampton). Ma non basta: nel 2020-2021, a causa di diversi infortuni nel pacchetto arretrato, schierò al centro della propria difesa due che centrali difensivi proprio non sono, Fabinho e Jordan Henderson. Fu una scommessa che si rivelò sballata, un azzardo che i Reds rischiarono di pagare carissimo: dopo 6 sconfitte Klopp fu costretto ad ammettere il proprio errore, cambiò interpreti e salvò la stagione chiudendo la Premier al 3° posto e centrando la qualificazione Champions.  

La cessione di Mané, autogol per il Liverpool

Ebbene: la cessione di Mané rischia d’essere doppio, anzi triplo o quadruplo autogol per i Reds ed è sempre figlio della spregiudicatezza di Klopp. Che l’allenatore cinquantacinquenne di Stoccarda avesse, anzi abbia, un debole, una spiccata preferenza per Salah non è certo una novità. Ma il dubbio più grande, l’interrogativo ricorrente che affolla la mente dei tifosi dei Reds è se Firmino sarà in grado di garantire un tipo di gioco simile a quello offerto da Mané in 6 stagioni, fatto di pressing, corsa, assist e gol. Klopp, finora, ha saputo sempre salvarsi riconoscendo i propri sbagli, cambiando in corsa, trovando soluzioni geniali per risolvere i problemi: il suo futuro e pure quello dei Reds dipenderanno dalla capacità di far fronte all’errore più grande fatto da quando siede sulla panchina di Anfield, aver venduto a cuor leggero il suo miglior giocatore.  
Chi non si preoccupa delle ansie e degli angosciosi turbamenti in Red sono il board del Bayern e il suo tecnico Julian Nagelsmann: a Monaco di Baviera non se lo sono fatti ripetere, appena hanno annusato la possibilità di portare il senegalese all’Allianz Arena hanno lanciato l’assalto e chiuso il trasferimento, andando ad aggiungere una variabile impazzita in avanti a un roster d’assoluta eccellenza. Mané non ci ha messo molto a far capire che il Bayern aveva fatto la scelta giusta: subito gol al debutto in Supercoppa di Germania, il primo di 5 messi a segno finora in 10 partite disputate. Che Mané sia il Mister Wolf di tarantiniana memoria nel calcio europeo non è una novità, ma l’ha ribadito anche con la nuova maglia: lui risolve problemi, non importa se lo schieri largo sulla fascia o punta centrale, da falso nueve. E, proprio come la gente Scouse, i liverpudlian in red, anche i bavaresi che venerano il Bayern lo amano, lo adorano. Poco importa che, nella tradizionale foto di squadra, abbia chiesto di non avere il classico boccale di birra in mano: è buon musulmano e si attiene ai precetti del Profeta e alle indicazioni del Corano. È persona semplice, ha un telefonino con lo schermo rotto e dona parte dei guadagni alla gente di Bambali, la sua città, per fare in modo che la vita, durissima laggiù, picchi meno forte. A picchiare duro sulla palla, a fare gol e a servire assist ci pensa lui. Per la gioia di Nagelsmann, per la tristezza della Kop.  

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