Il calcio e la politica spesso si intrecciano, poi con una guerra di mezzo tutto diventa molto delicato. Molti non parlano per paura, altri prendono posizione, come nel caso di El Ghazi, attaccante olandese, ora svincolato dopo i problemi con il Mainz. Il giocatore è stato licenziato dal club per aver espresso delle opinioni pro Palestina. La società ne ha preso subito le distanze e ha chiesto al calciatore di scusarsi. Non lo ha fatto. La conseguenza? Risoluzione del contratto immediata.
El Ghazi pro Palestina, Mainz non ci sta. Cosa è successo?
Quali sono le frasi che hanno portato alla rottura del rapporto tra El Ghazi e il Mainz? Questo il suo pensiero: "Questa non è guerra. Quando una parte taglia acqua, cibo ed elettricità all'altra non è guerra. Quando una delle due parti ha armi nucleari non è guerra. Quando una delle due parti utilizza immagini generate dall'Intelligenza artificiale per diffondere disinformazione sull'altra non è guerra. Quando i social censurano i contenuti di una parte e non dell'altra non è guerra. Questo non è un confitto né una guerra. Questo è genocidio, distruzione di massa e noi vi stiamo assistendo in diretta. Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera". Il club tedesco, dopo questi pensieri espressi dal proprio giocatore, ha preteso subito delle scuse: "Il Mainz 05 rileva con sorpresa e disagio le dichiarazioni di Anwar El Ghazi sui suoi canali social. La società verificherà legalmente i fatti e poi valuterà le azioni. Il giocatore è in permesso e attualmente non si sta allenando" - questa la prima nota della società, che ha anticipato il licenziamento.