Bayer Leverkusen campione, i segreti: come è nato il trionfo in Bundesliga

Per anni è stata la squadra “bella e giovane”, ora finalmente è diventata anche vincente. Merito di Xabi e di una mentalità nuova
Bayer Leverkusen campione, i segreti: come è nato il trionfo in Bundesliga© EPA

Ci ha messo 45 stagioni per arrivare a vincere il primo titolo. Voleva farlo in grande stile, con i propri principi: con il bel gioco, puntando sui giovani. Aggiungendo però quell’elemento fondamentale che fa la differenza: la mentalità vincente che si acquisisce solo con l’esperienza. Il Bayer Leverkusen è campione di Germania, con cinque giornate d’anticipo, con 16 punti di distacco sul Bayern Monaco che da undici anni non cedeva il passo. Una vera e propria impresa, che premia un percorso iniziato soltanto un paio d’anni fa, con l'arrivo di Xabi Alonso.

Leverkusen il campione, come nasce il trionfo

Esperienza, abitudine ad alzare trofei, oltre a conoscenze tattiche. Quando il Bayer Leverkusen si è ritrovato lo scorso ottobre in zona retrocessione in Bundesliga, la dirigenza non ha fatto una classica scelta “di comodo”, andando a prendere uno dei classici allenatori da metà classifica che portano le squadre fuori dalle situazioni delicate. Voleva di più, perché nella rosa vedeva delle potenzialità da esprimere. E come dar loro torto: gran parte della rosa era presente anche l’anno prima quando centrò il terzo posto. 

Wirtz e Frimpong su tutti, ma anche Schick e Andrich, Tapsoba e Tah, Hradecky e Adli, Palacios e Hincapié. Tutti elementi che hanno recitato un ruolo determinante nella corsa di quest’anno. Prendere un allenatore esordiente in una prima squadra (veniva da tre anni nella seconda squadra della Real Sociedad tra seconda e terza serie) sembrava un rischio apparentemente, ma ben calcolato, eccome se calcolato.

Sono bastati sei mesi di lavoro per far vedere il potenziale. Rimonta in Bundesliga centrando l’Europa (e battendo il Bayern), finale di Europa League sfiorata per millimetri in un doppio scontro con la Roma di Mourinho. Sì, c’era margine per lavorare. Il momento giusto per insistere, per provare a fare quel salto che a Leverkusen pensano di fare da anni, ma senza mai il coraggio di prendersi il rischio.

Ed ecco gli innesti giusti, anzi, giustissimi: Grimaldo e Xhaka, giocatori di spessore internazionale che hanno dato una marcia in più, specialisti della Bundesliga come Hofmann, talenti enormi (in tutti i sensi) come Boniface. Giocatori pronti a fare la differenza su palcoscenici importanti, presi senza spendere eccessivamente, praticamente i 50 milioni incassati dall’Aston Villa per il cartellino di Diaby. 

Giocatori scelti da Xabi, voluti dal basco per costruire il suo sistema di gioco, un 3-4-2-1 oliato in ogni meccanismo. Dagli esterni goleador, con una contribuzione di 50 tra gol e assist, a una difesa di ferro e un attacco in cui la fantasia è al potere e ognuno ha i suoi spazi. Sicura in fase di possesso, gestendo con calma anche le situazioni più delicate, e lucida in fase di pressione. Il risultato: 43 partite senza mai perdere neanche una volta, pareggiandone solo 5. Praticamente una macchina perfetta. Campione di Germania.

La vendetta del 2002

Già due volte il Leverkusen era andato vicino a conquistare il titolo nazionale: nel 2000 perse all’ultima giornata contro l’Unterhaching, sobborgo di Monaco, con un autogol di Ballack che è diventato storico. Il Bayern vinse il titolo per differenza reti. Due anni dopo andò persino peggio, con la triplice sconfitta tra finali di Pokal (contro lo Schalke), finale di Champions (contro il Real Madrid) e secondo posto in Bundesliga dietro al Dortmund divorandosi il vantaggio nel finale.

Il fatto che la bacheca fosse ferma a una Pokal (’93) e una Coppe Uefa (’88) era valso il soprannome di ‘Never-kusen’ che non ha bisogno di spiegazioni. In Germania era diventato ‘Vize-kusen’: ora, finalmente, è ‘Winner-kusen’. E la via di fronte allo stadio almeno per oggi è diventata ‘Xabi Alonso Allée’, perché se questo successo è realtà è soprattutto grazie a lui e al cambio di mentalità che ha portato in un club che ora guarda avanti, ad un’altra stagione con il suo condottiero, che non lo ammetterà ma sta già pensando alla difesa del titolo appena conquistato.

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