Era il 2011 quando il St. Pauli disputava la sua ultima stagione di Bundesliga, terminata con una retrocessione dalla quale la squadra non si è più ripresa. Per un decennio ha annaspato nella medio-bassa classifica, poi nell’ultimo triennio qualcosa è cambiato: una freschezza di gioco e nuove idee hanno portato i Kiezkicker fino a guadagnarsi la promozione dalla Zweite Liga. Sotto la regia del giovanissimo allenatore Fabian Hürzeler, che ha da poco compiuto 31 anni e si sta proponendo come uno dei migliori tecnici emergenti sul panorama europeo.
Hürzeler, tra Bayern e St. Pauli
Aveva 18 anni quando il St. Pauli giocava in massima serie: al tempo faceva parte del settore giovanile del Bayern Monaco. Centrocampista di ottime speranze, con un passato nelle nazionali under tedesche. Hürzeler è di origini svizzere da parte di padre e americane in quanto nato a Houston, ma la sua vita calcistica si è praticamente sempre sviluppata in Germania, paese d’origine della mamma.
In Texas la famiglia ci è andata per il lavoro di dentista del padre, ma già a cinque anni si è stabilito a Monaco: il suo talento non è sfuggito agli occhi del club più nobile di Germania. Con i bavaresi è rimasto quasi 10 anni, fino al 2013, senza mai riuscire a raggiungere l’obiettivo di esordire in prima squadra.
Anche l’esordio da professionista non è mai arrivato. La sua scelta a soli 23 anni è stata quella di voler diventare un allenatore. Così è sceso di categoria, fino alla quinta, per fare il player-manager dell’FC Pipinsried, portato anche ad una promozione in Regionalliga che lo ha di fatto messo sulla mappa del calcio tedesco.
Dopo un paio di stagioni da assistente nelle nazionali under della Germania, Timo Schultz nell’agosto 2020 lo ha chiamato al St. Pauli. Due anni e mezzo dopo ne ha preso il posto, tra lo stupore generale: una squadra che ambiva alla promozione si è affidata ad un 29enne. Ha avuto ragione.
Il St. Pauli, macchina perfetta
Dal suo insediamento a dicembre 2022, al Millerntor il passo è diventato ancora più spedito: nella seconda metà della scorsa stagione sono arrivati 41 punti in 17 partite - proiezione di 82, sarebbe stato record assoluto - e anche quest’anno l’onda lunga di entusiasmo non è affatto calata.
Imbattuto per 20 partite, mai uscito dalle prime due posizioni valide per la promozione diretta: un capolavoro che alla fine è stato premiato con una sacrosanta ricompensa che nel quartiere più di culto di Amburgo sembrava diventata quasi una chimera. Ci voleva il 3-4-3 di Hürzeler per rompere il tabù: possesso palla, gioco offensivo, moderno. Ed è solo l’inizio.