Calderón, il Real Madrid e lo ‘sgarro’ a Florentino Perez per Ronaldo

Intervista esclusiva all’ex presidente dei blancos: “Il Clasico è pieno di campioni e non annoia. La Superlega? Tutti vogliamo provare a migliorare il sistema”
Calderón, il Real Madrid e lo ‘sgarro’ a Florentino Perez per Ronaldo© Getty Images

BARCELLONA - Ramón Calderón è stato l'unico uomo in grado di inserirsi tra Florentino Pérez e il Real Madrid. Nel 2006, quando, la sua gestione scellerata condusse il presidente galáctico alle dimissioni, fu proprio lui a prendere in mano il club più importante al mondo, riuscendo a vincere subito una Liga con Capello (del quale, però, non apprezzava i metodi) e realizzando l'ingaggio più importante della storia recente della Casa Blanca: Cristiano Ronaldo.

Un colpo che don Florentino non riuscì mai a digerire.  
«Voleva realizzarlo lui...».

Rispetto a qualche anno fa, il Clásico ha perso un po' del proprio glamour.
«È normale. Prima avevamo i due calciatori più forti del mondo. Ciononostante, il Clásico continua a essere una delle partite con maggiore ripercussione planetaria: i campioni sono sempre tanti e la gara non è mai avara di emozioni».

L'immagine del campionato spagnolo nel mondo rischia di essere compromessa dal caso Negreira.
«È ancora troppo presto per dare un giudizio. Un presidente del Barça (Rosell, ndr) è stato in carcere per 2 anni e poi si è scoperto che era innocente. Da quanto emerso, la situazione del Barça è complicata e potrebbe diventare grave, ma non abbiamo tutte le informazioni a nostra disposizione. Un tribunale e gli organi federativi se ne stanno occupando e ci sapranno dire se è successo qualcosa. Di certo, questa situazione non è positiva e non solo per il Barça, ma per tutta la Liga».

Sia Juventus che Barça, le altre 2 squadre che assieme al Real sostengono la Superlega, stanno avendo guai giudiziari. È preoccupato che qualcuno possa tirare fuori qualche scheletro dall'armadio blanco?
«No. Mi pare che le cose si siano fatte bene. E in campo, difficilmente, si sarebbero potute fare meglio».

La Superlega è morta?
«Il problema è che così come l'avevano presentata non aveva senso. Prova ne sia che il primo tentativo è morto dopo 48 ore. Ora, sembra che il Psg, le inglesi e le tedesche non abbiano intenzione di parteciparvi. Con una premessa del genere, mi sembra difficile che il progetto vada in porto».

Lasciamo tutto così?
«Beh, in questo momento, la Champions è l'unica proposta che permette di avere incontri tra le migliori squadre senza alterare gli equilibri dei campionati nazionali. Detto questo, è chiaro che tutti vogliamo migliorare il sistema e se è possibile è giusto provarci».

Torniamo al Clásico. Crede che il Real riaprirà il campionato?
«Abbiamo un solo risultato utile, perché anche in caso di pareggio sarebbe durissima riacciuffare il Barça».

Nel 2007, esonerò Capello nonostante la rimonta trionfale in Liga. Quale crede che sia la differenza tra lui e Ancelotti?
«In quel momento i metodi di Capello non erano più sinonimo di vittoria. Fabio era un allenatore meno dialogante di Carletto che, invece, ha dimostrato di saper gestire alla grande uno spogliatoio pieno di stelle che è molto più difficile di quanto si possa pensare».

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