Quando all’82’ con un gran sinistro da dentro l’area ha finalmente bucato la porta di Cardenas portando in vantaggio il Barcellona sul Rayo Vallecano, Dani Olmo ha esultato indicando ripetutamente il polso. Il messaggio, inequivocabile: “Era ora!”. Era ora di giocare e segnare finalmente in Liga, dopo dieci anni di apprendistato all’estero tra Croazia e Germania, era ora di farlo con il Barcellona, la squadra in cui era cresciuto fino ai quattordici anni e che in queste settimane si è trovata “sospesa” tanto quanto lui in attesa di poterlo schierare liberamente, dopo avere annunciato l’ingaggio lo scorso 9 agosto. L’impatto di Dani Olmo sulla Liga rischia di essere sottovalutato, perché è apparsa netta a tutti la differenza tra il primo tempo del Barça, giocato senza il suo numero 20 e concluso sotto di un gol contro il Rayo, e la ripresa.
Rayo-Barcellona, tabellino e statistiche
Olmo subito decisivo
Entrato subito dopo l’intervallo al posto di Ferran Torres, Olmo tanto per gradire alla prima occasione ha colpito la traversa con un tiro da oltre 35 metri, per poi segnare come detto il gol partita e in generale cambiare volto e atteggiamento a una squadra inizialmente in seria difficoltà. Marca ha titolato “Llegar y besar el santo”, arrivare e baciare il Santo: un’espressione colloquiale per definire chi fa centro al primo colpo, che rende bene l’idea sulle aspettative che si sono create intorno all’ex RB Lipsia. Questo per quanto riguarda il campo: poi, c’è tutto un discorso da fare sulle reazioni di chi non ha gradito fino in fondo la telenovela di agosto, come a dire: se il Barça ci ha impiegato così tanto per poterlo tesserare, sicuri che sia proprio tutto a posto?