A Madrid c’è chi ha paragonato l’ingaggio di James Rodriguez da parte del Rayo Vallecano a quello di Maradona da parte del Napoli. E se da una parte ha fatto scalpore l’acquisto del cartellino del miglior giocatore della Copa America 2024, disputata negli Stati Uniti, con la Colombia sconfitta in finale ai supplementari dall’Argentina, c’è da ricordare che il fantasista colombiano ha 33 anni e dopo il Real Madrid la sua carriera è stata una sordina, titillata qua e là da qualche sussulto. Ma la cosa più incredibile è che i biancorossi di Vallecas non sono nuovi a exploit del genere, avendo avuto tra le loro fila calciatori del calibro di Hugo Sanchez e Radamel Falcao, altro colombiano che non ha mantenuto completamente le promesse, nonostante un percorso sfavillante e un senso del gol straordinario, meno quando ha vestito la maglia del Rayo Vallecano. Il primo calciatore famoso a vestire la storica maglia è stato l’uruguaiano Fernando Morena, bandiera del Penarol: stagione 1979-80 con 34 presene e 20 gol. A fine carriera? Non proprio, poiché una volta tornato con i gialloneri vince campionato, Libertadores e Intercontinentale nel 1982 e la Copa America, con l’Uruguay, l’anno successivo.
Cunningham e i suoi fratelli
Laurie Cunningham era una delle tante promesse del calcio inglese, bandiera del West Bromwich Albion ha poi vestito le maglie, tra le altre, di Real Madrid, Manchester United e O. Marsiglia. A Vallecas arriva una prima volta nel 1986 accettando di giocare in Segunda, poi vi torna due stagioni dopo contribuendo a riportare il Rayo in Primera. A luglio del 1989 muore trentatreenne a Madrid in un incidente stradale. In quegli stessi anni in squadra c’era Hugo Maradona, fratello di Diego (a proposito di…), anche lui artefice della promozione insieme a Cunningham nel suo primo anno e testimone della repentina retrocessione nella serie B spagnola il secondo: di proprietà del Napoli arrivò in Spagna dopo un campionato in prestito all’Ascoli. E sempre sulle montagne russe tra Primera e Segunda il club di Vallecas continuò sulla strada di regalare ai propri tifosi il campione a fine carriera. Anton Polster, ex Austria Vienna, Torino e Siviglia – con cui fece dei buoni campionati – nel 1992-93. Hugo Sanchez, ex Atletico e Real Madrid, nel 1993-94. Con il primo si era salvato dalla retrocessione, con il secondo no, perdendo i playout. Dopo di ché il Rayo Vallecano, legato al suo quartiere con tifosi socialmente e politicamente schierati, aveva intrapreso una strada diversa, più consona alla propria dimensione. Fino a che la nuova proprietà ha letteralmente cambiato, in peggio, la narrazione di questa squadra, uccidendone l’anima.
Que viva Colombia
Non è un caso che si sia tornati a guardare ai fuoriclasse vicini alla pensione, deriva certificata dall’acquisto di Radamel Falcao che nelle ultime tre stagioni ha segnato solamente 9 gol in 71 partite; possiamo dire che il Rayo Vallecano si è sempre salvato, conservando la Liga, senza il suo aiuto. Stesso discorso per James Rodriguez che tra Everton, Al-Rayyan, Olympiacos e San Paolo ha segnato 16 reti in quattro stagioni. Il suo nome è un richiamo per i tifosi, quelli ancora rimasti legati alla squadra, un investimento in immagine, rispetto a un campionato con tanti fuoriclasse – basterebbero solo quelli che schiera il Real Madrid –, ma è ancora tutto da dimostrare l’apporto che potrà dare sia dal punto di vista dei gol che del gioco. Quello che ha fatto vedere in Copa America potrebbe essere un buon indizio, una rinascita, una seconda giovinezza calcistica per un giocatore che a detta di molti addetti ai lavori era destinato al Pallone d’Oro e a ben altri palcoscenici. Di sicuro non aiuterà a riportare il Rayo Vallecano ai fasti sociali di un tempo, quelli della squadra proletaria della capitale, modesta economicamente ma capace di trasmettere valori importanti e fortemente legata al quartiere. Non è un caso che in questi ultimi anni sia nato e abbia prosperato l’Independiente de Vallecas, squadra di calcio popolare, che nell’immaginario collettivo ha rubato la scena al Rayo. Da una parte James Rodriguez, l’ennesimo fuoriclasse tutto lustrini e camiseta, dall’altra lo sport, il calcio, come strumento sociale.