Non è la prima volta e non sarà l’ultima che una squadra allenata da Carlo Ancelotti viene messa sotto i riflettori e criticata per il gioco: è accaduto in passato e accadrà ancora in futuro. D’altra parte gli acquisti di Bellingham l’anno scorso e Mbappé questo pongono domande sugli equilibri di un club che, nonostante le critiche, continua a vincere. È accaduto anche al Milan che molti non credessero in Ancelotti, per poi rimpiangerlo a vita. Questa volta, però, c’è qualcosa che va al di là del gioco. Ma andiamo con ordine. Il Real Madrid ha messo in fila 38 partite senza perdere nella Liga, un bel traguardo che in conferenza stampa, però, si è trasformato in interrogatorio al tecnico italiano perché la squadra non ha espresso un gioco schiacciante come molti si aspettavano con l’arrivo di Kylian Mbappé. E prima di mettere sulla graticola il calciatore francese hanno iniziato ad ‘arrostire’ Carlo Ancelotti, il quale ha risposto come suo solito: «Il Real gioca male? Per me non è così. Ciò che più colpisce è che la squadra non ha avuto un’identità unica. Il fatto, però, di non avere un’identità chiara fa pensare ad alcuni che non abbiamo un gioco ed è vero, perché ne abbiamo tanti». E ancora: «Il Real Madrid ha fatto bene difendendo a muro basso, anche con transizioni veloci e in alcune partite gestendo il possesso palla», difendendo, appunto, sé stesso e la squadra.
Spogliatoio al calor Blancos
Tutto questo mentre, a parte la bella rete contro l’Atalanta nella finale di Supercoppa Europea e nessuna ancora in Champions League – si è giocato, comunque, una sola partita –, in campionato l’attaccante transalpino ne ha fatti 4, ma tutti su rigore, altro tema molto discusso in Spagna relativamente agli ‘aiuti’ arbitrali al Juve e il Real Madrid">Real Madrid, che in questo inizio di Liga ha beneficiato di ben 6 tiri dal dischetto su 13 reti totali, anche se in testa alla classifica c’è il Barcellona di Flick che è a punteggio pieno. Una delle qualità di Ancelotti è sempre stata quella di saper gestire spogliatoi complicati, al Milan come al Real Madrid, al Psg come al Bayern Monaco, o al Chelsea e sicuramente non lo preoccupa allenare insieme tante stelle, tanti numeri uno che devono fare un undici per vincere come squadra. Se poi è aiutato anche dall’intelligenza dei calciatori va pure meglio. Ma, a quanto pare, non è questo il momento. Nei giorni scorsi, infatti, Bellingham ha pubblicato sui propri profili social una foto di lui, Vinicius e Mbappé insieme al Santiago Bernabeu, dimenticandosi Rodrygo che è ed è stato un calciatore fondamentale di questa squadra, sia nella Liga che in Champion, diventando in più di un’occasione ‘giustiziere’ del Manchester City. Il ragazzo di Osasco (San Paolo), per tutta risposta ha pubblicato sui propri social una foto con Vinicius e Mbappé – sempre al Bernabeu –, ma senza il fuoriclasse inglese, e in un’altra occasione non ha nascosto la propria frustrazione nel non essere stato inserito nella lista per il Pallone d’Oro. Piccoli dispetti tra ragazzini ventenni che, però, possono diventare micce pericolose: quanto? Tanto da far detonare lo spogliatoio madridista.
La sudditanza psicologica
E se tutti questi temi non bastassero per mettere sotto pressione il Real Madrid e Carlo Ancelotti, c’è sempre la questione arbitrale che gli avversari sono pronti a tirare fuori dopo ogni partita, sia nella Liga che in Champions League. Una sudditanza psicologica, il fattore ‘Bernabeu’, che peserebbe sugli arbitri chiamati a dirigere le partite, soprattutto quelle casalinghe, del Real. A questo proposito, alla fine della scorsa stagione, c’era stata la lista degli errori arbitrali prodotta dal Barcellona, che però deve fare i conti con il caso Negreira – sul quale Tebas si è espresso pubblicamente per la colpevolezza dei blaugrana –, mentre in Champions è stato il Bayern Monaco a tuonare contro i Blancos. È comparso addirittura un paper indipendente che è un vero e proprio j’accuse: «La UEFA ha costantemente alimentato squadre di arbitri provenienti da Paesi con un alto grado di corruzione nelle importanti partite della fase a eliminazione diretta del Real Madrid in Champions League. Questi arbitri e guardalinee, per lo più provenienti da campionati di basso livello dell’Europa orientale, hanno barato per conto del Real Madrid per quasi un decennio». Quando un club è forte, quando una squadra vince tanto, l’accusa di avere favori arbitrali è come le stagioni, si ripete costantemente. E così è accaduto in queste prime partite del campionato spagnolo. Ma anche questi sono argomenti che, avendo allenato spesso grandi squadre, Ancelotti saprà maneggiare alla perfezione: «Faremo meglio nelle prossime partite». E si riferiva solamente ai propri giocatori.