Il paradosso Barcellona. Il club povero e ricco...

Laporta e il Nou Camp Nou: “Miglior stadio al mondo”. Sì al finanziamento da 1.450 milioni: “Non graverà sui soci”. Ma 150 lavoratori di Barça Tv perdono il posto
Il paradosso Barcellona. Il club povero e ricco...© Getty Images

BARCELLONA- Chiamatelo pure paradosso Barça: un club ricco e, allo stesso tempo, povero. Nei giorni scorsi, la giunta esecutiva del club catalano ha annunciato il proprio “sì” al finanziamento da 1.450 milioni di euro che servirà a costruire il Nou Camp Nou e più in generale il cosiddetto “Espai Barça” che, oltre alla ristrutturazione del tempio pagano catalano, prevede un nuovo e altrettanto avveniristico Palau Blaugrana e tutta una serie di accorgimenti urbanistici atti a evitare che il nuovo complesso possa rivelarsi un corpo estraneo all'interno del quartiere che lo ospita, il “barrio” de Les Corts: «Il nostro sarà il migliore stadio del mondo», ha decretato Joan Laporta. Il presidente culé si è sentito in dovere di dare spiegazioni sulla cifra monstre che permetterà la realizzazione di un progetto che, secondo quanto ha assicurato, «in nessun caso, graverà sulle tasche dei soci né rappresenterà un rischio per la gestione sportiva del club. Allo stesso modo, il patrimonio del club non verrà mai ipotecato come garanzia. I soci continueranno a essere i proprietari del club». Insomma, non c'è nulla da temere: «È un onore presentare quello che sarà il progetto istituzionale più importante della storia del club. Il finanziamento ricevuto ci garantisce di poter iniziare i lavori la prossima estate, così come avevamo previsto. Si tratta della realizzazione di un sogno collettivo, quello di avere il migliore stadio del mondo».  

Barcellona, il messaggio di Eduard Romeu

Il pezzo forte del messaggio di propaganda, Laporta lo ha affidato al suo braccio destro economico, il vicepresidente Eduard Romeu, quello che ne capisce di numeri: «Il progetto si pagherà da solo, grazie ai ricavi garantiti dalla nuova struttura». Il Barcellona, infatti, calcola di fatturare grazie al Nou Camp Nou 250 milioni di euro in più all’anno, 94 dei quali verranno utilizzati per pagare il debito contratto per ottenere il finanziamento: «Un chiaro segnale che la nostra istituzione è forte più che mai e gode di un’ottima reputazione. I mercati, sia quello nazionale che internazionale, si fidano del nostro club e dobbiamo esserne orgogliosi». Fin qui le novità sul Barça ricco. L’altra faccia della medaglia, invece, racconta le miserie blaugrana e le enormi difficoltà che ha la società catalana per arrivare a fine mese. A cominciare dal panico generato dall’eventualità di non riuscire a presentare un’offerta a Lionel Messi per riportarlo a casa. Proprio com’è successo due anni fa, quando la Pulga fu costretta a trasferirsi a Parigi. Per realizzare quello che è un altro sogno collettivo, infatti, bisognerà prima alleggerire di 250 milioni la propria massa salariale. Un obiettivo al quale il club catalano ha già cominciato a lavorare. Prova ne sia la decisione - che è stata comunicata poche ore dopo l’atto di propaganda sul nuovo stadio - di staccare la spina a Barça TV, l’emittente ufficiale del club: 150 lavoratori tra dipendenti e collaboratori rimarranno a spasso. Sono loro i (primi) maledetti “danni collaterali” dei sogni collettivi blaugrana.

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