Bellingham massacrato dalla stampa e accusato dagli haters: una crisi Real

L’ombra di Mbappé e i problemi alla spalla tra le possibili cause di una stagione molto deludente

È trascorso poco meno di un anno da quando Jude Bellingham, allora Golden Boy in carica, alzava al cielo la Champions League vinta con il Real Madrid nel “suo” Wembley contro la sua ex squadra del Borussia Dortmund. E solo nove mesi dacché conquistava in quel di Varsavia la Supercoppa Uefa ai danni dell’Atalanta. Il sorriso e la grinta di un fuoriclasse molto speciale, titolare indiscusso negli schemi di Ancelotti, con un “dorsal” altrettanto speciale: il mitico numero 5, quello nei “Galácticos” di Zidane, uno dei suoi idoli e ispiratori. Di lì a poco, appena 21enne, sarebbe giunto addirittura terzo nella classifica del Pallone d’Oro (quasi mille punti conquistati, dietro Rodri e il compagno di squadra Vinícius Júnior) dopo aver messo in bacheca pure una Liga, una Coppa del Re di Spagna a Riyad nonché un argento a Berlino agli ultimi Europei.

La crisi di Bellingham

Di quel meraviglioso giocatore oggi, ahimè, si sono perse le tracce. Domenica al Camp Nou contro è stato travolto dai centrocampisti del Barcellona. Sembrava la controfigura di se stesso o meglio, ironicamente, la peggior versione di suo fratello minore Jobe, 19 anni, che gli somiglia fisicamente e gioca nel suo stesso ruolo, ma nel Sunderland in Serie B... La stessa stampa spagnola lo ha preso di mira da tempo. Lo accusa per il suo pessimo stato di forma. Un crollo verticale. “Da dieci a zero in un anno”, lo ha massacrato “Marca” indicando il voto meritato in pagella dal britannico nel suo primo anno al Real Madrid (approdò dal Borussia Dortmund nell’estate 2023 per 103 milioni più 30,9 milioni di bonus aggiuntivi variabili fino al 30% dell’importo fisso) e quello appropriato per la mortificante stagione ormai in chiusura, con “zeru tituli”.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Real Madrid

I numeri impietosi

I numeri sono impietosi. Incontrovertibili. Spietati. E inchiodano l’inglese. Finora ha disputato 49 partite onnicomprensive (4.079 minuti giocati, 13 reti) con una media di 0,26 gol a partita mentre l’anno scorso aveva collezionato 43 gare (3.723’ giocati, quasi 4 match completi in meno, 23 reti) con una media di 0,53 gol a incontro, cioè più del doppio. Mentre invariato, ovvio, è il suo stratosferico salario: 20,83 milioni lordi per altre 4 stagioni (scadenza 30 giugno 2029) strappato da papà Mark e mamma Denise, i suoi agenti, al presidente bianco Florentino Pérez. Si vocifera che l’arrivo della superstar Mbappé (già 27 reti in Liga) lo abbia oscurato anche nello spogliatoio: l’icona francese è un leader carismatico, molto ascoltato.

Il problema alla spalla e Ashlyn Castro

E ora è rispuntato il problema del dolore alla spalla sinistra. Un’infiammazione alla guaina tendinea dell’omero risalente ai tempi di Dortmund quando aveva subìto una lussazione. Soffrirebbe di una forma di tenosinovite. L’ex Golden Boy ha utilizzato spesso una specie di “armatura” protettiva simile a quelle dei giocatori di football americano. Ma è altrettanto vero che Ancelotti lo ha utilizzato più dell’anno scorso né i medici “blancos” o quelli dell’Inghilterra gli hanno imposto lo stop. A Madrid sta tuttavia girando voce di un possibile intervento chirurgico, al momento non confermato da fonti societarie. Chissà dopo il Mondiale Club. L’altro problema, ergo le nuove accuse di “haters”, tifosi e invidiosi, hanno invece il viso incantevole e il corpo conturbante della procace modella-influencer californiana Ashlyn Castro. La sua nuova fidanzata, 6 anni più di lui, amante degli scatti “hot” con bikini da urlo in riva all’Oceano Pacifico. I giornali Usa le hanno attribuito “flirts” con Lewis Hamilton, Neymar, l’attore yankee Michael B. Jordan e il cestista Nba LaMelo Ball dei Charlotte Hornets. Pare che Jude abbia perso la testa per lei diventando un nottambulo...

 

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È trascorso poco meno di un anno da quando Jude Bellingham, allora Golden Boy in carica, alzava al cielo la Champions League vinta con il Real Madrid nel “suo” Wembley contro la sua ex squadra del Borussia Dortmund. E solo nove mesi dacché conquistava in quel di Varsavia la Supercoppa Uefa ai danni dell’Atalanta. Il sorriso e la grinta di un fuoriclasse molto speciale, titolare indiscusso negli schemi di Ancelotti, con un “dorsal” altrettanto speciale: il mitico numero 5, quello nei “Galácticos” di Zidane, uno dei suoi idoli e ispiratori. Di lì a poco, appena 21enne, sarebbe giunto addirittura terzo nella classifica del Pallone d’Oro (quasi mille punti conquistati, dietro Rodri e il compagno di squadra Vinícius Júnior) dopo aver messo in bacheca pure una Liga, una Coppa del Re di Spagna a Riyad nonché un argento a Berlino agli ultimi Europei.

La crisi di Bellingham

Di quel meraviglioso giocatore oggi, ahimè, si sono perse le tracce. Domenica al Camp Nou contro è stato travolto dai centrocampisti del Barcellona. Sembrava la controfigura di se stesso o meglio, ironicamente, la peggior versione di suo fratello minore Jobe, 19 anni, che gli somiglia fisicamente e gioca nel suo stesso ruolo, ma nel Sunderland in Serie B... La stessa stampa spagnola lo ha preso di mira da tempo. Lo accusa per il suo pessimo stato di forma. Un crollo verticale. “Da dieci a zero in un anno”, lo ha massacrato “Marca” indicando il voto meritato in pagella dal britannico nel suo primo anno al Real Madrid (approdò dal Borussia Dortmund nell’estate 2023 per 103 milioni più 30,9 milioni di bonus aggiuntivi variabili fino al 30% dell’importo fisso) e quello appropriato per la mortificante stagione ormai in chiusura, con “zeru tituli”.

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