Bufera Galtier, i segreti dell’inchiesta: “Ha chiamato King Kong due giocatori”

L'ex allenatore del Psg dovrà presentarsi tra 10 giorni davanti ai giudici per rispondere alle accuse di razzismo
Bufera Galtier, i segreti dell’inchiesta: “Ha chiamato King Kong due giocatori”© EPA

PARIGI (Francia) - Fra 10 giorni dovrà Christophe Galtier, ex allenatore del Paris Saint-Germain ed attuale dell'Al-Duhail, si presenterà davanti ai giudici per rispondere alle accuse di razzismo e comportamenti discriminatori. L'Equipe rivela che sono stati raccolti nuovi elementi a carico dell'ex allenatore del Psg.

Le testimonianze

In base a dichiarazioni di Frederic Gioria, suo ex assistente al Nizza, Galtier si sarebbe arrabbiato per l'ingaggio del franco-algerino Bilal Brahimi in quanto musulmano: "Non lo voglio, ne abbiamo già troppi". In particolar modo, sempre secondo Gioiria, Galtier ce l'aveva con gli algerini, ritenuti "i peggiori" e definiti "sporchi". Un altro membro dello staff, Hachim Ali Mbaé, ha riferito agli inquirenti di aver avuto un colloquio con Galtier il quale gli avrebbe assicurato di non avere problemi con la religione dei suoi giocatori, tranne che con gli algerini, definiti "estremisti".Sempre Mbaé sostiene di aver sentito Galtier chiamare "King Kong" due giocatori di colore del St. Etienne, Mickael Nade e Harold Moukoudi, nel corso della partita fra le due squadre giocata nel settembre 2021. E sempre secondo Mbaé, il parere negativo di Galtier all'acquisto dell'algerino Islam Slimani a gennaio 2022 sarebbe stato motivato non solo per la sua partecipazione alla Coppa d'Africa ma anche, e soprattutto, perché in quanto musulmano avrebbe osservato il digiuno nel periodo del Ramadan.

A questo stesso proposito, gli inquirenti avrebbero raccolto anche le dichiarazioni del difensore Jean-Clair Todibo, che avrebbe detto di aver subito pressioni dall'allenatore affinché interrompesse il digiuno, così come i compagni di squadra Boudaoui e Boulhendi. Pablo Rosario, olandese tuttora in forza al Nizza, avrebbe invece detto alla polizia di aver interrotto il digiuno a causa degli "atti discriminatori" nei suoi confronti.

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