Buffon torna a Real-Juventus: «Ero fuori dalla grazia di Dio» 

Il portiere del Psg ha parlato dell’ultima partita in Champions con i bianconeri puntando il dito contro Oliver e poi ha ammesso: «Spero di non incontrare i miei ex compagni in finale»

ROMA - "La Juve mi piacerebbe incontrarla sempre, tranne che in finale. Lì la vorrei evitare perché sarebbe un colpo basso della vita che non so se riuscirei a parare al meglio. Tutti gli altri incroci invece mi andrebbero bene". Per Gigi Buffon, ospite ieri sera a "Tiki Taka” su Italia 1, una finale di Champions contro una fetta importante della sua vita è uno scenario che eviterebbe volentieri. Sia per una questione sentimentale perché "la Juve è una parte importantissima della mia vita. Ho vissuto lì quasi 20 anni, ho lasciato relazioni importanti e ho messo in campo ogni goccia di sudore per la causa" sia per ragioni tecniche. "Ad oggi non vedo punti deboli. Mi sembra la solita Juve con in più Cristiano Ronaldo. La mentalità, i valori e il gruppo storico sono rimasti gli stessi, in più è stato aggiunto un grande giocatore. Dopo anni di vittorie c'era bisogno di uno shock simile per ricreare entusiasmo e nuove energie per continuare e a vincere. Dopo 7 anni di scudetti continuare a vincere non è mai scontato, anche se sei più forte. E come me, magari anche altri potevano pensare di cambiare. Per questo, l'unico modo per ridestare tutti era fare un acquisto top".

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LO SFOGO DI MADRID - Ma non c'è nessun rimpianto sulla mancata possibilità di giocare con Ronaldo alla Juve. "Ho parlato tante volte con Agnelli e ho pensato che dopo un periodo così lungo e stressante, fosse arrivato il momento di finire. O smettevo di giocare, e ci ho pensato, oppure se fosse arrivata una proposta per continuare a giocare ad alti livelli, l'avrei presa in considerazione. Un campionato esotico non l'avrei considerato, a maggio è arrivato il Psg ed è stata una scelta ponderata con tutto il mondo Juve. Infatti ci siamo lasciati in modo molto bello, è stato un distacco dolce". Al Psg insegue quella Champions mai raggiunta in bianconero, dove la sua ultima partita in Europa coincide con lo sfogo di Madrid. "Ho fatto quell'intervista perché ero fuori dalla grazia di Dio. Qualche giorno dopo dichiarai che sapevo già di aver esagerato ma in quel momento sentivo di dire quello, non potevo dire altre cose. Sul rigore ripeto che quella resta una situazione dubbia e in una situazione del genere, a un minuto dalla fine, un arbitro con un'altra esperienza non fa quel tipo di scelta. Ne sono certo al mille per mille".

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CIAO ITALIA - Se la Juve è un capitolo chiuso, lo è anche la Nazionale ("Obiettivamente ormai siamo andati oltre, giustamente. Ho intrapreso un percorso nel quale è giusto dare fiducia a questi nuovi ragazzi e al ct che sta facendo un ottimo lavoro") mentre dell'Italia non gli mancano certi cattivi costumi, vedi le scritte contro le vittime dell'Heysel e Scirea. "Non credo che un tifoso della Fiorentina abbia scritto una cosa simile. A un essere umano che abbia più di 15 anni che scrive una cosa simile, la mano gli deve cadere immediatamente. Una persona che scrive quella cosa simile è già stata condannata dalla vita". Tra l'altro la presenza dei bianconeri ai funerali di Astori aveva portato a una sorta di disgelo fra le due tifoserie. "L'accoglienza che ci hanno riservato il giorno del funerale è stata commovente ed è per questo che non voglio credere che un tifoso della Fiorentina, sette mesi dopo, abbia scritto quelle frasi", insiste Buffon, che non esclude un ritorno di Cavani al Napoli ("Lui è molto legato a Napoli per l'amore del popolo napoletano ma credo che in questo momento giocare nel Psg dia, sulla carta, un'opportunità di arrivare fino alla fine in Champions e fino a giugno vorrà provarci insieme a noi").

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FINE DEL DUOPOLIO? - Poi elogia l'amico Gattuso: "Rino sta sorprendendo tutti. La cosa più bella che vedo è che la squadra incarna lo spirito e le caratteristiche umane di Gattuso: questa cosa è uno spot incredibile per il calcio". Deluso per il ritorno della finale di Libertadores a Madrid ("È una sconfitta del calcio. Bisognava giocare l'andata alla Bombonera e poi il ritorno al Monumental. Questa sarebbe stata la normalità"), sul Pallone d'Oro a Modric chiosa: "Ha fatto una stagione incredibile e negli ultimi anni ha dimostrato di essere un campione eccezionale. Penso che se l'avesse vinto Mbappé o Griezmann non sarebbe stato uno scandalo, perché la vittoria di un Mondiale incide molto. Solo la forza di due fenomeni come Cristiano Ronaldo e Messi ha fatto sì che negli ultimi 10 anni pesasse meno la vittoria di un Mondiale". (in collaborazione con Italpress)

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ROMA - "La Juve mi piacerebbe incontrarla sempre, tranne che in finale. Lì la vorrei evitare perché sarebbe un colpo basso della vita che non so se riuscirei a parare al meglio. Tutti gli altri incroci invece mi andrebbero bene". Per Gigi Buffon, ospite ieri sera a "Tiki Taka” su Italia 1, una finale di Champions contro una fetta importante della sua vita è uno scenario che eviterebbe volentieri. Sia per una questione sentimentale perché "la Juve è una parte importantissima della mia vita. Ho vissuto lì quasi 20 anni, ho lasciato relazioni importanti e ho messo in campo ogni goccia di sudore per la causa" sia per ragioni tecniche. "Ad oggi non vedo punti deboli. Mi sembra la solita Juve con in più Cristiano Ronaldo. La mentalità, i valori e il gruppo storico sono rimasti gli stessi, in più è stato aggiunto un grande giocatore. Dopo anni di vittorie c'era bisogno di uno shock simile per ricreare entusiasmo e nuove energie per continuare e a vincere. Dopo 7 anni di scudetti continuare a vincere non è mai scontato, anche se sei più forte. E come me, magari anche altri potevano pensare di cambiare. Per questo, l'unico modo per ridestare tutti era fare un acquisto top".

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