Bagnoli: «Il mio Verona? Meglio il Leicester di Ranieri»

Il tecnico che vinse lo scudetto nel 1985 con i veneti: Loro l'anno scorso si sono salvati dalla retrocessione. Noi eravamo arrivati prima quarti, poi sesti e infine primi
Bagnoli: «Il mio Verona? Meglio il Leicester di Ranieri»© /AGENZIA ALDO LIVERANI Sas

TORINO - "L'impresa del Leicester è stata diversa dalla nostra: loro l'anno prima si sono salvati, noi invece venivamo da una crescita graduale, l'anno prima eravamo arrivati sesti". Due grandi imprese culminate con la vittoria dello scudetto, eppure diverse secondo Osvaldo Bagnoli, l'allenatore del Verona che nella stagione 1984/85 vinse lo scudetto contro ogni pronostico. Era il suo il Verona di Briegel, Elkjaer, Garella e Galderisi. Interpellato da diregiovani.it, il mister ricorda quei tempi e si complimenta con Claudio Ranieri per l'impresa che lo ha portato a vincere il campionato inglese. "È un qualche cosa che evidentemente può succedere - racconta - Mi sono documentato ultimamente sul Leicester che non conoscevo. Loro come noi? La loro è stata un'impresa diversa dalla nostra. Loro l'anno scorso si sono salvati dalla retrocessione. Noi eravamo arrivati prima quarti, poi sesti e infine primi. C'è un po' di differenza. C'è un merito loro, se l'anno prima si sono salvati. E anche un po' più di pregi".

ARMONIA CON I GIOCATORI - Tornando al Verona, "nessuno pensava di vincere lo scudetto, avevamo ottenuto dei piazzamenti, c'era grossa soddisfazione". Come ha fatto Ranieri in queste ore a proposito della sua squadra, anche Bagnoli evidenzia i meriti di quelli che erano stati i suoi uomini: "Per me il merito era dei giocatori, andavano molto d'accordo, c'era armonia. Ricordo che l'ultimo dell'anno l'avevano festeggiato tutti insieme, con mogli, compagne e figli".

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COMPLIMENTI A RANIERI - Se oggi atleti o allenatori che varcano i confini sono diventati la normalità, ai tempi di Bagnoli, oggi 80enne ed allenatore fino ai primi Anni 90, era una rarità: "Facevo fatica a parlare inglese o francese, comunque preferivo rimanere in Italia. Certamente non sarei mai andato all'estero". A Ranieri oggi farebbe "tanti complimenti. E non perché ha vinto uno scudetto all'estero, ma perché ha vinto uno scudetto. Punto. Vincerlo in Italia, in Francia, in Germania, in Inghilterra è sempre e comunque difficile".

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