Mourinho si presenta al Tottenham: "La Champions? Non so, non l'ho mai persa"

Dopo aver diretto il primo allenamento nel pomeriggio di ieri, oggi alle 15 lo Special One si è presentato alla stampa: "Mai agli Spurs? L'ho detto, ma prima che il Chelsea mi licenziasse..."
Mourinho si presenta al Tottenham: "La Champions? Non so, non l'ho mai persa"

LONDRA (INGHILTERRA) - Dopo aver diretto la squadra per la prima volta nell'allenamento di ieri pomeriggio, Josè Mourinho, oggi alle 15, si è presentato al Tottenham in conferenza stampa. Gli Spurs, dopo l'esonero di Mauricio Pochettino, hanno scelto lo Special One, che torna ad allenare dopo l'addio al Manchester United nel dicembre dello scorso anno. Il presidente Levy non ha badato a spese per il portoghese: per lui contratto fino al 2023 a 17,5 milioni a stagione.

Mourinho, dopo la presentazione alla stampa di oggi, dovrà subito mettersi a lavoro per preparare la delicata sfida di sabato in trasferta contro il West Ham. Per il Tottenham inizio di stagione da dimenticare: 14 punti in 12 partite di Premier League e 14° posto a soli sei punti dalla zona retrocessione (il Watford terzultimo ha 8 punti). Prima della conferenza il portoghese aveva già espresso tutto il proprio entusiasmo nell'intraprendere questa nuova avventura: "Sono entusiasta di entrare a far parte di un club con un patrimonio così grande e sostenitori così appassionati. La qualità sia nella squadra che nell'accademia mi entusiasma. Lavorare con questi giocatori è ciò che mi ha attratto". 
Dopo il West Ham sarà la volta dell'esordio anche in Champions League, con il Tottenham che martedì ospiterà l'Olympiacos e con una vittoria potrebbe ipotecare il passaggio del turno.

Tottenham, Mourinho si presenta e ringrazia Pochettino

Prima di cominciare la conferenza stampa, José Mourinho vuole spendere alcune parole per il suo predecessore, Pochettino: "Devo congratularmi con lui per il lavoro che ha svolto. Questo club sarà sempre la sua casa. Può venire quando vuole. Quando gli mancheranno i giocatori, quando gli mancheranno le persone con cui ha lavorato. La porta è sempre aperta per lui. Ritroverà la felicità. Troverà di nuovo un grande club. Avrà un grande futuro". Dopo aver scherzato con un suo ormai ex collega giornalista - "So che vorreste tenermi con voi, ma allenare è la mia vita" - Mou inizia a rispondere alle domande, a cominciare dal perché abbia scelto il Tottenham per ripartire: "Sono convinto che la mia scelta sia stata fantastica. In una scala da 1 a 10? Dieci. Il lavoro? A volte i risultati determinano queste decisioni. Non direi che il mio lavoro debba cambiare troppo le cose, non c'è bisogno di rivoluzioni. Parliamo di un club è enorme, mi ha convinto il progetto che mi ha prospettato Levy. So di avere potenzialmente un ottimo lavoro tra le mani".

Un nuovo Mou dopo 11 mesi di "studio"

Il tecnico portoghese parla del periodo trascorso lontano dai campi di gioco, un momento della sua vita in cui si è potuto prendere del tempo per migliorare: "In questi undici mesi mi sono aggiornato e ho studiato. Questo non significa che io abbia perso la mia identità, il mio DNA. Ho elaborato i miei errori del passato, penso di essere più forte. A livello emotivo sono pronto, credo che i giocatori lo abbiano capito. Sanno che nella vita ci sono dei periodi diversi e io sono in uno di quelli in cui la cosa principale è il bene collettivo". Di conseguenza al Tottenham potrà dare qualcosa di unico rispetto al suo passato: "Non commetterò gli errori del passato, magari ne farò di nuovi. Sono rilassato, motivato e penso che i ragazzi lo abbiano percepito. Sono qui per supportare il loro lavoro e sono abbastanza umile da analizzare la mia carriere per intero, non solo l'ultimo anno. Questa pausa mi ha fatto bene. Mi ero un po' perso, ora invece mi sento addirittura più esperto".

La vittoria è sempre un chiodo fisso

Un nuovo Mou, ok, ma l'ambizione è sempre la stessa: "Se non vinco, non sono mai contento. Questa cosa non posso cambiarla. Se sei felice quando perdi una partita, diventa complicato essere un vincitore nella tua carriera in generale. Il controllo emotivo per mantenere alta l'autostima e la fiducia è molto importante". Sul fatto di essere arrivato al Tottenham, poi, il portoghese risponde così: "Io penso di essere "mister Porto", o "mister Real Madrid", ma anche "mister Inter, mister Chelsea, mister Manchester United"... Sono semplicemente il mister del club in cui mi trovo, indosso e dormo con il pigiama della mia società di appartenenza. Sono un uomo di club, è vero. Ma un uomo di molti club".

Mercato di gennaio e situazione Eriksen

In riferimento alla situazione legata al rinnovo di Eriksen, in scadenza a giugno, Mou non si espone: "Non voglio parlarne adesso. Voglio solo che i giocatori si sentano bene, che siano felici e desiderosi di combattere per la squadra. Nella vita poi bisogna scegliere cosa ci rende felici". E quando gli viene chiesto se si aspetti un regalo in sede di calciomercato a gennaio, lui replica così: "Il miglior regalo sono i giocatori che ho già qui. Non ho bisogno di altro, devo solo conoscere meglio quelli che ci sono. Li conosco bene, ma non puoi dire di conoscere abbastanza bene una squadra finché non ci lavori insieme. Ai ragazzi la prima cosa che ho detto è che sono venuto qui per loro. Alcuni di loro ho anche provato a comprarli quando lavoravo altrove, con altri non ci ho nemmeno provato perché sarebbe stato impossibile".

Come giocheranno gli Spurs con il portoghese

C'è modo anche di parlare di tattica. Pure sotto questo punto di vista il portoghese rimane coerente con la sua premessa, cioè che gli Spurs non necessiteranno di rivoluzioni: "Giocheremo in un modo molto simile al precedente, proverò ad aggiungere qualcosa di volta in volta. I dettagli possono fare la differenza. Gradualmente cercheremo di arrivare alla giusta impronta per questa squadra. Lo stile di gioco deve adattarsi alla cultura del club e ai giocatori che ci sono". Poi, sulle sue precedenti dichiarazioni - "Non allenerò mai il Tottenham" - ai tempi in cui era manager del Chelsea, Mou ha sdrammatizzato con una battuta: "Sì, l'ho deto. Ma era prima che venissi licenziato...". A seguire le domande si spostano sugli obiettivi del Tottenham, che almeno nel breve periodo non contemplano vittoria della Premier League: "Possiamo vincerla, certo. Ma non quest'anno. Dall'anno prossimo potremo vincerla. Non ho detto che la vinceremo, ma che ci proveremo. Perché è stata persa la finale di Champions League l'anno scorso? Questo non posso saperlo, non ho mai perso una finale di Champions League". Una battuta anche su un suo potenziale ritorno al Chelsea per la terza volta: "Se dovesse capitare, sarebbe per vincere un altro titolo, visto che è quello che è sempre accaduto finora".

Il concetto di "visione" secondo il lusitano

La conferenza stampa di Mourinho si conclude con un discorso motivazionale e ad effetto, fondanto sul concetto di visione: "Il potenziale del club è enorme, eccezionale. La visione che il signor Levy ha messo di fronte a me e la qualità dei giocatori, della squadra, sono stati i motivi principali per cui ho deciso di venire. Vincere rientra nel concetto di questa visione. La visione è lo stadio che abbiamo, la visione è mantenere i giocatori migliori, la visione è affidarsi a un manager della mia esperienza. Ma ripeto: non è di me che si tratta. Prima di tutto viene il club".

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