Burnley, l'autore dello striscione radiato a vita dallo stadio e licenziato

Aveva sorvolato lo stadio con la scritta "White Lives Matter", ora Jake Hepple non potrà più entrare al Turf Moor. Sia lui che la compagna hanno perso il posto di lavoro
Burnley, l'autore dello striscione radiato a vita dallo stadio e licenziato© Getty Images

BURNLEY (Inghilterra) - Ha deciso di sorvolare l'Etihad Stadium con un aereo che trasportava uno striscione nel corso della partita Manchester City-Burnley. Una scelta che molto probabilmente Jake Hepple, sostenitore dei Clarets, ricorderà per tutta la vita. Il testo esibito durante il match di Premier League, "White Lives Matter", ha infatti innescato una serie di conseguenze che hanno rivoluzionato il modo di divere del ragazzo, suscitando l'indignazione di tutta l'Inghilterra (e non solo). La "caccia all'uomo" per scoprire l'identità è partita subito dopo la conclusione dell'incontro di Premier League che ha visto i Citizens di Guardiola vincere 5-0 e le forze dell'ordine lo hanno individuato poco dopo. Una volta scoperto il suo nome e cognome, il Burnley lo ha immediatamente radiato a vita dal Turf Moor. E gli effetti collaterali non si sono fermati lì, perché a seguire è arrivato pure il licenziamento dalla Paradigm Precision, dove lavorava come saldatore. La compagnia nel Lancashire ha infatti affermato di non "perdonare o tollerare il razzismo, in nessuna forma". Lo stesso Jake Hepple ha provato a difendersi in un'intervista al MailOnline: "Non sono razzista. Ho molti amici neri e asiatici e questo striscione è stato ispirato dal Black Lives Movement. Non stavamo cercando di offendere il movimento o le persone di colore. Credo solo che sia anche importante riconoscere che anche le vite bianche contano. È tutto ciò che stavamo cercando di dire. Il mio datore di lavoro, il club e così tante altre persone hanno reagito in modo eccessivo a ciò che è accaduto".

Burnley, radiato a vita il tifoso dello striscione

Non è finita, perché a pagare è stata anchela sua fidanzata, Megan Rambadt, licenziata per presunti atteggiamenti razzisti dal Solace Foot Health and Reflexology: "È stato portato alla nostra attenzione - ha spiegato la ditta - che uno dei nostri dipendenti ha pubblicato e twittato pubblicamente commenti di natura atrocemente razzista. Siamo rimasti scioccati, perché la signora in questione non aveva mai mostrato, insinuato o agito in alcun modo che potesse lasciar pensare a tali sentimenti e credenze. Vorremmo ringraziare la persona che ha portato questi commenti alla nostra attenzione e assicurarvi che ci occuperemo di questa situazione internamente". Poi l'integrazione: "In precedenza abbiamo pubblicato una dichiarazione in cui dicevamo che fossimo disposti a provare ad aiutare Megan, pagando per lei un corso di sensibilità razziale intensiva, pur sapendo che la reputazione di Solace sarebbe stata messa in discussione. Dopo diverse conversazioni, tuttavia, abbiamo tutti deciso che ciò che è meglio per Megan e meglio per Solace è porre fine al suo impiego con effetto immediato". Jake Hepple si è assunto tutte le responsabilità, rifiutandosi di chiedere scusa per le sue azioni e assicurando tra l'altro che 60 persone abbiano contribuito a organizzare il tutto. L'unica notizia positiva per lui è che la polizia ha comunicato l'inesistenza di fatti rilevanti per intraprendere azioni nei suoi confronti.

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