Adcock sul coming out: “Ci sono ancora barriere da abbattere”

Il fischietto inglese, quarto uomo in Premier League, esce allo scoperto e invita colleghi e sportivi a dichiararsi: “Molti temono che rovini la carriera, ma non è così"
Adcock sul coming out: “Ci sono ancora barriere da abbattere”

James Adcock, arbitro della seconda divisione inglese e quarto uomo in Premier League, nel giorno del coming out è intervenuto al podcast sportivo Lgbt della Bbc. Il 37enne inglese, figlio di un ex arbitro e professore di educazioni fisica, ha dichiarato la propria sessualità tempo fa e ha voluto raccontare la propria esperienza dopo essere uscito allo scoperto: “La gente sa che sono gay e lo accetta - ammette -: sono fortunato per questo. Tutta la mia vita è ruotata intorno allo sport e al fitness. Ho cominciato per seguire le orme di mio padre”

Adcock e l'appello ai colleghi

Adcock racconta di aver avuto solo esperienze positive e poi lancia un appello ai colleghi e agli sportivi in generale: “Ora tutti i miei colleghi lo sanno. C’è stato interesse, c’è stato chi mi ha detto 'sono orgoglioso di te James, che sei in grado di essere apertamente gay nello sport', perché sanno che ci sono ancora barriere da abbattere. Ma non sono mai stato vittima di insulti omofobi. Molti arbitri pensano di non poter uscire allo scoperto perché potrebbe influenzare la carriera. Ma non sei giudicato dalla tua sessualità e se sei abbastanza sicuro di te stesso, avrai tutto il sostegno di ogni collega e non ti influenzerà. Dichiararsi gay o non dichiararsi gay è una scelta che devi fare come persona, non come arbitro. Trattami come tratteresti chiunque altro - continua -. Sei lì come tifoso, giocatore o allenatore e mi giudichi sulle mie prestazioni. Questo è ciò su cui vengo giudicato. Non arbitro perché sono gay, ma solo perché sono arbitro”.

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