Eriksen al Brentford: “Torno a giocare sognando il Mondiale”

L’ex centrocampista dell’Inter riparte dalla Premier a sette mesi dal malore accusato agli Europei: “Ho fatto dei test, mi fido dei medici”
Eriksen al Brentford: “Torno a giocare sognando il Mondiale”© EPA

Christian Eriksen torna a giocare. A sette mesi dal malore accusato durante Danimarca-Finlandia, l’ex centrocampista dell’Inter è stato presentato ufficialmente dal Brentford: “È stato molto bello tornare in campo, mi sento pronto per giocare, anche se non penso di fare subito novanta minuti. Il mio obiettivo è aiutare la squadra a restare in Premier e poi raggiungere il top della forma per il Mondiale, se tutto va bene. L'ho detto subito al mio cardiologo: mancano ancora molti mesi, una lunga attesa e io farò tutto quello che posso. È stato molto bello vedere tante persone al mio fianco - ha sottolineato il danese dopo il rituale giro di campo e le foto di rito con la nuova maglia - Ho ricevuto tanti messaggi, tante belle parole sui social. Come è cambiata la mia vita? Quella giornata ha sicuramente avuto un impatto importante. Ho sempre messo la famiglia al primo posto, è la cosa più importante. Per quanto riguarda il calcio non è cambiato nulla: amavo giocare e ora ancora di più”.

Eriksen: “Mi fido dei medici”

Tornando a parlare di campo, Eriksen davvero non vede l'ora di recuperare la forma migliore. "Spero di velocizzare il mio recupero. Certo sono stato fortunato, sette mesi non sono così tanti per un problema come il mio - ha ammesso Eriksen - Quando ho capito che sarei tornato a giocare? Difficile da dire, ma già all'ospedale sentivo belle sensazioni, tutti mi dicevano di non pormi limiti e il processo è stato abbastanza rapido. Ho seguito un programma per tre-quattro mesi e poi, tra fine dicembre e inizio gennaio, ho fatto dei test per vedere come reagiva il mio corpo: le risposte sono state buone ed eccomi qui. La mia famiglia è sempre stata un grande supporto. Hanno passato un momento terribile, mi sono rimasti vicini, hanno seguito il processo passo dopo passo e quando hanno visto l'esito dei test si sono sentiti più sicuri. Mi fido dei dottori, la famiglia crede in me. Penso di non aver mai visto giocatori tornare in campo dopo una cosa come quella che mi è capitata: spero che questo possa dare fiducia a tanti”.

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