Ronaldo, il re… ietto: il silenzio di Mendes e la rimozione dal gruppo WhatsApp

Atmosfera sempre più tesa dopo le violente accuse che ha lanciato al Manchester United: il futuro è incerto
Ronaldo, il re… ietto: il silenzio di Mendes e la rimozione dal gruppo WhatsApp© EPA

Indifendibile. Inaccettabile. Inqualificabile. Sono gli aggettivi più “morbidi” utilizzati per commentare la clamorosa uscita (sbagliata) di Cristiano Ronaldo nei confronti del suo club, del suo tecnico Erik ten Hag e dei suoi ex compagni al Manchester United. Può un calciatore che percepisce uno stipendio corrispondente a 23,8 milioni di euro netti all’anno permettersi di criticare così aspramente il club che lo paga? E soprattutto può permettersi di farlo pubblicamente, tramite un’intervista che ha fatto il giro del mondo? La riposta, ovvia, è no. Assolutamente no.

Ronaldo idolo dei tifosi United: è il simbolo contro i Glazer

Avvocati al lavoro

A livello giornalistico tanto di capello al 57enne inglese Piers Morgan, ex direttore di News of the Word e del Daily Mirror diventato ancor più famoso come giudice negli spettacoli televisivi “Britain’s Got Talent” e “America’s Got Talent”. Ma a livello personale CR7 segna il più clamoroso degli autogol infliggendo a se stesso un tremendo danno d’immagine. Al di là del comunicato interlocutorio e temporeggiante, il Manchester United prepara una stangata storica nei confronti del suo tesserato. Il cd contenente l’intervista esclusiva è già in mano a uno stuolo di super avvocati dei “Red Devils” (da Patrick Stewart a Martin Mosley, da Phil Clancy ad Alexander Barnes) che valuteranno la soluzione più appropriata in risposta alle scioccanti accuse ricevute.

Precedenti scottanti

Già si è vociferato di una punizione esemplare, una multa storica da tramandare ai posteri che, tradotta in euro, potrebbe essere quantificata in circa 1,4 milioni (un milione di “pounds”). E non è neppure esclusa l’espulsione dalla società, leggi rescissione, per giusta causa. Con tutte le conseguenze del caso. Soprattutto economiche per il calciatore. Sul suo capo già pendono due precedenti scottanti: quando abbandonò Old Trafford dopo l’intervallo dell’ultima amichevole precampionato contro il Rayo Vallecano e quando il mese scorso si è rifiutato di scendere in campo contro il Tottenham. Doppia aggravante. Ed è così giunta a 37 anni suonati (ne compirà 38 il prossimo 5 febbraio) la prima estromissione dalla lista dei convocati (per la cronaca era in programma il match contro il Chelsea). Fatto mai verificatosi nel corso della sua luminosa carriera ormai proiettata tristemente verso il definitivo declino.

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Tensione con i compagni

Mentre dall’Inghilterra piovono giudizi pesantissimi e pure molto ironici su di lui («Non può sminuire il ruolo dell’allenatore, ha ingannato lo United», sibila Rio Ferdinand mentre Gary Neville è beffardo: «Qualcuno vuole venire a cena con me?», si domanda riferendosi al fatto che CR7 ha dichiarato di non aver mai mangiato con lui e Rooney. Rottura totale con tutto l’ambiente dei Red Devils: Maguire e McTominay avrebbero già escluso Ronaldo dal gruppo WhatsApp della squadra chiedendo alla dirigenza che non venga perdonato e allontanato dal club. Tensioni che rischiano di condizionare i rapporti anche all’interno dello spogliatoio del Portogallo. In particolare ha lasciato il segno il video di accoglienza da parte del connazionale Bruno Fernandes, suo compagno di squadra anche allo United, gelido nei confronti di CR7 all’arrivo nel ritiro della nazionale lusitana a Oeiras. Prima lo ha quasi ignorato, quindi lo ha salutato in fretta solo in un secondo momento. Segnale che qualcosa va sistemato al più presto nei rapporti con i compagni. Anche perché poi in partitella pure Cancelo, innervosito, ha cercato di evitare l’abbraccio del suo capitano...

Il silenzio dell’agente

Ma soprattutto fa effetto, desta sensazione e fa riflettere il silenzio totale sulla vicenda da parte di Jorge Mendes, il superagente del campione di Madeira. Il presidente e fondatore dell’agenzia Gestifute, che ha staccato tutti i cellulari, è arrivato ieri a Dubai dove domani riceverà per la decima volta (su 12 edizioni) il Globe Soccer Award come miglior procuratore del mondo. Stavolta però non avrà troppi motivi per festeggiare. La sparata del suo giocatore prediletto, quasi un figlio per lui, lo sta costringendo a tentare un arduo e improbo lavoro di ricucitura dei rapporti con il Manchester United. E dovrà pure provare a piazzare il suo pupillo in un club di livello dopo che tutti i tentativi erano naufragati l’estate scorsa. Non trovano conferme le voci, anzi fioccano smentite, su Chelsea e Bayern mentre torna d’attualità la pista che porta all’Al Hilal, ovvero Riyad, Arabia Saudita... 

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Indifendibile. Inaccettabile. Inqualificabile. Sono gli aggettivi più “morbidi” utilizzati per commentare la clamorosa uscita (sbagliata) di Cristiano Ronaldo nei confronti del suo club, del suo tecnico Erik ten Hag e dei suoi ex compagni al Manchester United. Può un calciatore che percepisce uno stipendio corrispondente a 23,8 milioni di euro netti all’anno permettersi di criticare così aspramente il club che lo paga? E soprattutto può permettersi di farlo pubblicamente, tramite un’intervista che ha fatto il giro del mondo? La riposta, ovvia, è no. Assolutamente no.

Ronaldo idolo dei tifosi United: è il simbolo contro i Glazer

Avvocati al lavoro

A livello giornalistico tanto di capello al 57enne inglese Piers Morgan, ex direttore di News of the Word e del Daily Mirror diventato ancor più famoso come giudice negli spettacoli televisivi “Britain’s Got Talent” e “America’s Got Talent”. Ma a livello personale CR7 segna il più clamoroso degli autogol infliggendo a se stesso un tremendo danno d’immagine. Al di là del comunicato interlocutorio e temporeggiante, il Manchester United prepara una stangata storica nei confronti del suo tesserato. Il cd contenente l’intervista esclusiva è già in mano a uno stuolo di super avvocati dei “Red Devils” (da Patrick Stewart a Martin Mosley, da Phil Clancy ad Alexander Barnes) che valuteranno la soluzione più appropriata in risposta alle scioccanti accuse ricevute.

Precedenti scottanti

Già si è vociferato di una punizione esemplare, una multa storica da tramandare ai posteri che, tradotta in euro, potrebbe essere quantificata in circa 1,4 milioni (un milione di “pounds”). E non è neppure esclusa l’espulsione dalla società, leggi rescissione, per giusta causa. Con tutte le conseguenze del caso. Soprattutto economiche per il calciatore. Sul suo capo già pendono due precedenti scottanti: quando abbandonò Old Trafford dopo l’intervallo dell’ultima amichevole precampionato contro il Rayo Vallecano e quando il mese scorso si è rifiutato di scendere in campo contro il Tottenham. Doppia aggravante. Ed è così giunta a 37 anni suonati (ne compirà 38 il prossimo 5 febbraio) la prima estromissione dalla lista dei convocati (per la cronaca era in programma il match contro il Chelsea). Fatto mai verificatosi nel corso della sua luminosa carriera ormai proiettata tristemente verso il definitivo declino.

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