Pagina 2 | Papà Guardiola: da Arteta a Xavi, tutti i figli (calcistici) di Pep

LONDRA - Maestro del gioco del calcio e infallibile incubatore di talenti, sia dentro, ma anche qualche metro fuori dal rettangolo di gioco. Fino a qualche tempo fa, la fama di Pep Guardiola coincideva esclusivamente con quella di allenatore fra i più brillanti, innovativi e vincenti degli ultimi tre lustri di football. Tuttavia, come accade a tutti i rivoluzionari di successo, la metamorfosi è avvenuta in modo del tutto naturale: e così Pep si è trasformato nel Maestro a cui ispirarsi, nella bussola capace di orientare ed influenzare un’intera generazione di aspiranti tecnici, ammaliati dalla sua capacità di unire in un mix sublime l’estetica e il pragmatismo, la bellezza e il successo. Nell’ultimo decennio, tanti aspiranti tecnici si sono iscritti alla corrente artistica del cinquantaduenne genio di Santpedor.

Arteta

C’è, però, chi è stato ancora più fortunato, avendo avuto il privilegio di poterne apprezzare nella quotidianità la continua costruzione ed evoluzione delle idee. Non è certo un caso che, in questa stagione, tre giovani allenatori che con Pep hanno lavorato a lungo e che non hanno mai fatto mistero di ispirarsi al catalano, stiano dominando i rispettivi campionati. Tanto che, è più che concreto il rischio che sia proprio uno dei suoi ultimi discepoli a scippare al tecnico dei Citizens la corona di re della Premier. Mikel Arteta ed il suo Arsenal stanno, infatti, dominando il campionato: un’egemonia figlia dell’esplosione improvvisa di quell’enorme cifra di talento detenuta dai londinesi, ma soprattutto di un lavoro fatto dall’allenatore basco sulla testa dei suoi calciatori. «Ho imparato molto sull’essere al Top da Pep. Gli standard dettati nel club non riguardavano soltanto vincere, ma vincere in una determinata maniera, ogni 3 giorni, ed essere sempre estremamente esigenti e critici, ma allo stesso tempo di supporto. Sarò sempre grato a Pep», ha confessato Arteta in una recente intervista.

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Xavi

La stessa gratitudine che non ha mai nascosto nemmeno l’attuale tecnico del Barcellona dominatore della Liga. Xavi, che è stato uno dei soldati più fedeli del generale Pep ai tempi del Barcellona delle meraviglie, chiamato a prendere quel posto che fu del suo mentore non ha tradito le aspettative: «Ho imparato molto con Guardiola, dal suo modo di essere, dalla sua ambizione, dal desiderio e la passione che sente – confessò qualche tempo. A essere onesti lo considero il miglior tecnico al mondo». Poi c’è uno che solo una volta (per fortuna) ha disatteso i dettami di Pep, quando, nel maggio del 2019, in una gara giocata contro il Leicester, invece di passare la palla, come chiesto dal suo allenatore, si inventò una rete dai 30 metri che regalò di fatto la Premier al City.

Kompany

Vincent Kompany, come gli altri due, è oggi un giovane allenatore di successo: arrivato in estate al Burnley, in Championship, sta letteralmente dominando il campionato: «Sono cambiato come calciatore non appena ho incontrato Guardiola. Ho immediatamente realizzato che c’era c’è qualcosa di diverso nella sua gestione. I suoi giocatori hanno dei compiti da eseguire e se non li fanno sono fuori. È esigente, ma quello che dice ha sempre senso. Io ho il mio stile, ma ovviamente attingo ancora da quanto ho imparato da lui», ha confessato il belga alla Bbc. George Steiner diceva che “il discepolo deve tutto al suo maestro, eccetto il proprio genio”. Solo il tempo ci dirà se fra gli ottimi discepoli di Pep si nasconda la stessa genialità del loro famoso maestro.

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Xavi

La stessa gratitudine che non ha mai nascosto nemmeno l’attuale tecnico del Barcellona dominatore della Liga. Xavi, che è stato uno dei soldati più fedeli del generale Pep ai tempi del Barcellona delle meraviglie, chiamato a prendere quel posto che fu del suo mentore non ha tradito le aspettative: «Ho imparato molto con Guardiola, dal suo modo di essere, dalla sua ambizione, dal desiderio e la passione che sente – confessò qualche tempo. A essere onesti lo considero il miglior tecnico al mondo». Poi c’è uno che solo una volta (per fortuna) ha disatteso i dettami di Pep, quando, nel maggio del 2019, in una gara giocata contro il Leicester, invece di passare la palla, come chiesto dal suo allenatore, si inventò una rete dai 30 metri che regalò di fatto la Premier al City.

Kompany

Vincent Kompany, come gli altri due, è oggi un giovane allenatore di successo: arrivato in estate al Burnley, in Championship, sta letteralmente dominando il campionato: «Sono cambiato come calciatore non appena ho incontrato Guardiola. Ho immediatamente realizzato che c’era c’è qualcosa di diverso nella sua gestione. I suoi giocatori hanno dei compiti da eseguire e se non li fanno sono fuori. È esigente, ma quello che dice ha sempre senso. Io ho il mio stile, ma ovviamente attingo ancora da quanto ho imparato da lui», ha confessato il belga alla Bbc. George Steiner diceva che “il discepolo deve tutto al suo maestro, eccetto il proprio genio”. Solo il tempo ci dirà se fra gli ottimi discepoli di Pep si nasconda la stessa genialità del loro famoso maestro.

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