"Ferguson ricorda Vieri": De Zerbi lo esalta a Brighton, Premier impazzita

Il diciottenne irlandese con la tripletta al Newcastle ha fatto impennare le sue quotazioni. Tutti dicono: «È nata una stella», frase che accolse gente come Owen e Rooney

Da sabato pomeriggio nell’ambiente calcistico inglese non si fa che ripetere come un mantra una frase che in passato era stata accostata a gente del calibro di Owen, Rooney e più recentemente Rashford: «A new star is born», una nuova stella si è affacciata nel firmamento della Premier.

Precisamente da quando, l’appena diciottenne Evan Ferguson, è riuscito a stendere con una tripletta la difesa del Newcastle – una delle meno battute della scorsa Premier – apparsa al suo cospetto come un’armata Brancaleone in balia della forza ed esplosività del giovane irlandese. E così, all’improvviso, l’attaccante dei Brighton si è trasformato nell’argomento principale del dibattito calcistico d’Oltremanica. Eppure, del diciottenne nato a Bettystown (contea di Meath) si parlava un gran bene già da tempo. Almeno dal 31 dicembre scorso, giorno in cui De Zerbi lo fece esordire in Premier spedendolo in campo nell’ultimo quarto d’ora di una gara già bella che andata – sotto per 4-1 con l’Arsenal – ma in cui l’irlandese fece comunque in tempo ad avventarsi sul pallone, mangiarsi Saliba e trafiggere Ramsdale, diventando così il più giovane marcatore della storia del Brighton in Premier League.

Ferguson sulla scia di Owen e Rooney

Insomma, che il ragazzo avesse qualità lo si era già intuito. La tripletta di sabato - che ha portato a 4 le reti realizzate in altrettante gare stagionali e a 10 quelle totali in 24 presenze in Premier (solo Owen con 28, Rooney con 15 e Jeffers con 12 hanno segnato più gol di lui nella massima serie inglese prima di compiere 19 anni) – ha reso chiaro a tutti che qui non si sta parlando semplicemente di un possibile buon calciatore, ma di un potenziale fuoriclasse. D’altronde, De Zerbi lo aveva detto in tempi non sospetti. Lui, uno dei più brillanti incubatori di talento in attività, già nei mesi scorsi diceva: «È un attaccante speciale, un ragazzo serio e applicato che capisce al volo e migliora giorno dopo giorno». Dopo l’exploit con i Magpies lo ha paragonato addirittura a Bobo Vieri: «Me lo ricorda. È un 2004, non ce ne sono in giro tanti che fanno quei gol».

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De Zerbi ha un fenomeno da crescere

Premesse importanti, dunque. E un carico di aspettative che si va facendo via via più pesante. Ad aiutarlo a non farsi schiacciare potrebbe, però, essere proprio la capacità di De Zerbi di non esporlo eccessivamente, di proteggerlo insomma. Oltre che la tranquillità di una piazza come Brighton, dove l’irlandese è arrivato nel 2021 dopo che le big inglesi, Chelsea, Liverpool ed Everton, avevano prima mostrato interesse, senza però mai tramutarlo in un’offerta ai Bohemians, il club irlandese proprietario del cartellino. «Non poteva scegliere squadra migliore del Brighton di De Zerbi», ha commentato nelle scorse ore Chris Sutton, ex attaccante del Blackburn.

Gli occhi della Premier su Ferguson

Una scelta fatta, molto probabilmente, seguendo i consigli del padre, Barry Ferguson, anche lui con un passato da calciatore. Questi, dunque, sono i giorni di nastrini e medaglie, di luci accecanti e paragoni altisonanti. A 18 anni il pericolo maggiore è non saper rimanere coi piedi ancorati alla terra. Ma in questo – c’è da scommetterci – lo aiuterà De Zerbi. Intanto, a sfregarsi le mani più di tutti è il pokerista Tony Bloom, proprietario del Brighton. In molti, infatti, si stanno già chiedendo a quanto riuscirà a vendere il suo giovane talento dopo aver già rotto ogni record con la cessione di Caicedo al Chelsea per 133 milioni di euro.

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Da sabato pomeriggio nell’ambiente calcistico inglese non si fa che ripetere come un mantra una frase che in passato era stata accostata a gente del calibro di Owen, Rooney e più recentemente Rashford: «A new star is born», una nuova stella si è affacciata nel firmamento della Premier.

Precisamente da quando, l’appena diciottenne Evan Ferguson, è riuscito a stendere con una tripletta la difesa del Newcastle – una delle meno battute della scorsa Premier – apparsa al suo cospetto come un’armata Brancaleone in balia della forza ed esplosività del giovane irlandese. E così, all’improvviso, l’attaccante dei Brighton si è trasformato nell’argomento principale del dibattito calcistico d’Oltremanica. Eppure, del diciottenne nato a Bettystown (contea di Meath) si parlava un gran bene già da tempo. Almeno dal 31 dicembre scorso, giorno in cui De Zerbi lo fece esordire in Premier spedendolo in campo nell’ultimo quarto d’ora di una gara già bella che andata – sotto per 4-1 con l’Arsenal – ma in cui l’irlandese fece comunque in tempo ad avventarsi sul pallone, mangiarsi Saliba e trafiggere Ramsdale, diventando così il più giovane marcatore della storia del Brighton in Premier League.

Ferguson sulla scia di Owen e Rooney

Insomma, che il ragazzo avesse qualità lo si era già intuito. La tripletta di sabato - che ha portato a 4 le reti realizzate in altrettante gare stagionali e a 10 quelle totali in 24 presenze in Premier (solo Owen con 28, Rooney con 15 e Jeffers con 12 hanno segnato più gol di lui nella massima serie inglese prima di compiere 19 anni) – ha reso chiaro a tutti che qui non si sta parlando semplicemente di un possibile buon calciatore, ma di un potenziale fuoriclasse. D’altronde, De Zerbi lo aveva detto in tempi non sospetti. Lui, uno dei più brillanti incubatori di talento in attività, già nei mesi scorsi diceva: «È un attaccante speciale, un ragazzo serio e applicato che capisce al volo e migliora giorno dopo giorno». Dopo l’exploit con i Magpies lo ha paragonato addirittura a Bobo Vieri: «Me lo ricorda. È un 2004, non ce ne sono in giro tanti che fanno quei gol».

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De Zerbi ha un fenomeno da crescere