Premier, problemi con il Var: arbitri a lezione dai... piloti d'aereo

Howard Webb, capo degli arbitri inglesi, ha chiesto aiuto alla British Airways per migliorare le comunicazioni durante i check
Premier, problemi con il Var: arbitri a lezione dai... piloti d'aereo© EPA

In Inghilterra, più ancora che in altri Paesi, il percorso di accettazione della rivoluzione tecnologia che da qualche anno ha preso piede anche nel vecchio e tradizionale football, è stato lento e farraginoso, e ha incontrato resistenze culturali non semplici da abbattere. Tanto che, fino alla scorsa stagione, in Premier League del Var si è fatto un uso particolarmente centellinato e residuale, con i direttori di gara che spesso e volentieri evitavano di affidarsi all’occhio elettronico anche quando un suo utilizzo sarebbe risultato più che opportuno. Da questa stagione, invece, la necessità di adeguarsi all’orientamento generale ha spinto la Premier a un cambio di rotta radicale: da strumento residuale il Var si è improvvisamente trasformato in un protagonista assoluto.

I risultati, però, non sono stati sempre buoni: tanto che, in molte situazioni, più che aiutare, l’occhio elettronico ha generato ulteriore confusione, oltre che, in qualche caso, errori anche molto gravi. Fra questi, il più clamoroso - quello che ha evidenziato come anche una piccola falla comunicativa possa incidere in modo determinante sui risultati delle partite - si è verificato il 30 settembre scorso, nella gara fra Tottenham e Liverpool: un gol regolarissimo annullato a Luis Diaz a causa di un fuorigioco inesistente sanzionato dall’arbitro, corretto dall’occhio elettronico, ma non dal fischietto, dopo un grave malinteso con la sala Var.

Premier, il Var e l'aiuto della British Airways

Ecco perché, proprio per evitare il ripetersi di episodi come questo, il capo degli arbitri inglesi, Howard Webb, ha chiesto aiuto alla British Airways, la compagnia di bandiera del Regno Unito. Durante la recente pausa per le Nazionali, due piloti della compagnia hanno incontrato i direttori di gara inglesi, illustrandogli come comunicare in modo più preciso e rapido durante i check del Var. I due piloti, Chris Heaven e Pete Nataraj, hanno sottolineato l’importanza di una comunicazione il più possibile veloce, sintetica e precisa. Un’idea, quella di Webb, che nasce dalla consapevolezza che i direttori di gara, proprio come i piloti, hanno la necessità di comunicare con altri colleghi e di prendere, in pochi secondi, decisioni cruciali sulla base delle informazioni ricevute. Una lezione durata circa un’ora, nella quale i due hanno spiegato che la comunicazione fra arbitro e Var è facilmente assimilabile a quella tra pilota e torre di controllo.

Dunque, al fine di evitare fraintendimenti, arbitri e assistenti devono affidarsi a parole pronunciate con chiarezza e precisione, utilizzando pochissime sillabe, ed evitando l’uso di termini che non siano strettamente necessari e che potrebbero generale confusione. Da evitare sono tutti quei «ben fatto ragazzi, ottima chiamata» o anche quei saluti che spesso si sentono negli scambi fra arbitro e Var. Da privilegiare sono, invece, sintesi e chiarezza, in modo da evitare che il caos e il rumore dello stadio possano generare fraintendimenti. Proprio come accadde sul gol di Diaz, quando a provocare l’annullamento della rete fu una sbagliata comunicazione fra Var e arbitro, avvenuta dopo che in sala Var la verifica della posizione del colombiano era stata eseguita correttamente, mostrando la regolarità della rete.

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