“Ingrati, hanno detto soltanto bugie”: Cancelo è una furia!

L'esterno portoghese del Barcellona, ed ex Juve, spara a zero sulla sua squadra del passato: "Non ho mai mentito"

"Il Manchester City è stato ingrato nei miei confronti". Joao Cancelo non ci ha girato attorno e ha parlato in modo molto duro del suo passato in Inghilterra e di cosa è successo dopo tre stagioni e mezzo importanti con la maglia dei Citizens. Il rapporto con Guardiola si è logorato a seguito di alcune dichiarazioni del tecnico verso l'esterno portoghese ed ex Juventus. L'ex bianconero ha parlato ad A Bola dove ha spiegato le motivazioni e ha raccontato la sua verità a riguardo. 

Cancello, il City e le parole di Guardiola

Joao Cancello ha spiegato le critiche ricevute da Guardiola: "Sono state dette bugie! Non sono mai stato un cattivo compagno per loro e potete chiedere sia ad Aké che a Rico. Non ho alcun complesso di superiorità o inferiorità nei loro confronti, ma è l'opinione del mister...". L'esterno portoghese ha continuato: "Ci sono rimasto male perché non è vero. Penso che il Manchester City sia stato un po' ingrato nei miei confronti, perché sono stato un giocatore molto importante negli anni in cui sono stato lì. Non sono mai venuto meno al mio impegno per il club, per i tifosi e ho sempre dato tutto. La gente lo ricorderà solo perché il signor Guardiola ha molto più potere di me quando dice qualcosa. Ma preferisco sapere che sto dicendo la verità, mi sento realizzato per quello che ho fatto. Sono una persona trasparente, non ho mai mentito. La vita va avanti e auguro loro che tutto vada bene, perché mentre ero lì mi sono goduto il mio calcio e la squadra. Sono ancora i favoriti per vincere la Champions League".

E sul rifiuto a partecipare all'omaggio della Federcalcio portoghese ha spiegato: "Non voglio essere un ipocrita. Non sono i trofei che mi valutano, perché li ho già a casa. Mia figlia, mia moglie, mio padre, mio fratello che stava bene e tutto quello che volevo a livello personale... Questi sono i più grandi successi. I trofei a livello sportivo si aggiungono al duro lavoro quotidiano per tutta la stagione. In quella Champions League, ho fatto qualche assist nella fase a gironi, ma la mia sensazione era di non aver vinto! Ecco perché non ho accettato il tributo dell'FPF".

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