Psico Pep, stagione da zero titoli? La crisi del City è senza fine

Il club prova a correre ai ripari con investimenti da 150 milioni: dopo Vito Reis e Khusanov, c’è Marmoush. Ma resta il pessimismo
Psico Pep, stagione da zero titoli? La crisi del City è senza fine© EPA

Probabilmente quello che fa più male a Pep Guardiola non è che la sua squadra continui a perdere, bensì che continui a meritare di perdere. La franchezza con cui il tecnico catalano ha commentato la sconfitta subita in rimonta al Parco dei Principi è disarmante. Un po' come se anche lui avesse cominciato a perdere non solo le partite, ma anche e soprattutto la fede: "Sono stati più forti di noi sia con la palla che senza. Dobbiamo accettarlo. È impossibile giocare bene senza la palla. E, poi, il Psg ha doti fisiche che noi, al momento, non abbiamo". L'unico barlume di speranza, per i tifosi citizen arriva proprio da quell'inciso tra due virgole: "Al momento". Insomma, c'è ancora margine per salvare la stagione. Anche perché, in caso contrario, sarebbe difficile dare un senso ai recenti investimenti. E già, perché negli ultimi giorni, il club inglese ha fatto di nuovo saltare il banco, iniettando 150 milioni sul mercato per assicurarsi i tre calciatori che, nei piani degli emiri, dovrebbero ribaltare la stagione della propria società.

Il mercato faraonico non basta

Dopo i 40 milioni girati al Palmeiras per il cartellino di Vitor Reis e i 50 versati sul conto corrente del Lens per Abdukodir Khusanov, infatti, è stato l'Eintracht a battere sonoramente cassa: 75, spicciolo più spicciolo meno, i milioni (bonus compresi) ottenuti dalla cessione di Omar Marmoush che a Francoforte era arrivato un anno e mezzo fa a parametro zero dal Wolfsburg: "Sono molto felice di essere qui. Il Manchester City è stato uno dei club più importanti del mondo negli ultimi 10 anni ed è un onore che una scoietà del genere abbia mostrato interesse nei miei confronti e che ora io sia qui. Sarà un piacere e un onore per me e la mia famiglia rappresentare il City", ha assicurato l'attaccante egiziano che indosserà la maglia numero 7. Un affare da manuale per il club tedesco che si è privato del suo miglior calciatore (20 gol e 14 assist nei 26 incontri disputati quest'anno), ma lo ha fatto a un prezzo che non avrebbe mai immaginato: un'irrinunciabile proposta indecente. Il mercato faraonico del City, tuttavia, non fa che aggiungere altra pressione sulle spalle di un Guardiola che, nelle ultime settimane, non ha dato esattamente l'impressione di star attraversando il suo miglior momento anche dal punto di vista nervoso.

Guardiola: "Il destino è nelle nostre mani"

Fatto sta che nessuno dei tre fiammanti ingaggi potrà aiutare i propri nuovi compagni di squadra nella "finale" che i campioni d'Europa 2023 disputeranno mercoledì prossimo in casa contro il Bruges. Basterà una vittoria ai citizen per assicurarsi i playoff di Champions League, ma quello che fino a poco tempo fa sembrava scontato al City of Manchester, oggi, non lo è più: "Abbiamo la fortuna di avere il nostro destino in mano e ce la giochiamo pure in casa - ha ammesso il tecnico catalano - . E, quindi, se non riusciremo a vincere vorrà dire che non meritiamo di passare il turno". Uno scenario che ad Abu Dhabi non vogliono nemmeno prendere in considerazione. Tuttavia, i quattro gol subiti in casa di Luis Enrique in meno di 40 minuti hanno fatto malissimo perché avrebbero potuto essere molti di più e perché, come dicevamo, il Psg ha maramaldeggiato su un City irriconoscibile che ha concluso la partita con un miserrimo 36,9% di possesso palla. E chi conosce Guardiola anche solo un po' sa bene quanto, questo dato statistico, possa essere grave e preoccupante.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...