© EPACi sono momenti che restano impressi per sempre. A Praga, al minuto 72 di Slavia Praga–Arsenal, il calcio europeo ha visto nascere una nuova stella. Max Dowman, riccioli chiari e volto da ragazzino, è diventato il più giovane esordiente nella storia della Champions League: 15 anni e 308 giorni. Un record che spazza via quelli di Lamine Yamal e Youssoufa Moukoko, segnando l’inizio di una favola dal sapore d’altri tempi. È entrato in campo con la spensieratezza dei suoi anni, in una serata già segnata dal dominio dei Gunners, eppure ogni suo tocco ha raccontato maturità e coraggio. Niente paura, solo il sogno che si realizza tra le luci dell’Europa.
Il debutto tra i grandi: venti minuti per entrare nella leggenda
Il tabellone segnava già 3-0 - rete di Saka su rigore e doppietta di Merino - quando Arteta ha deciso di regalargli l’esordio. Al posto di Trossard, Dowman ha preso posizione largo a destra, a piede invertito, pronto a difendere il vantaggio e a respirare l’atmosfera della Champions. In campo, lo sguardo curioso e l’entusiasmo puro: si accentrava, cercava la profondità, difendeva palla con il corpo e si guadagnava punizioni da veterano. In quei venti minuti ha mostrato personalità, senza mai strafare. Era già stato protagonista in Premier League ad agosto, quando aveva debuttato a 15 anni e 234 giorni nel 5-0 al Leeds, diventando il secondo più giovane di sempre dopo Ethan Nwaneri. Ora, quel ragazzino di Chelmsford è diventato un nome che tutti ricordano.
Arteta: "Non conta la carta d’identità, conta il coraggio"
A fine partita Mikel Arteta non ha nascosto l’orgoglio. Le sue parole, semplici ma cariche di significato, raccontano quanto il tecnico creda nel ragazzo: "È entrato, ha giocato con serenità, si è preso qualche fallo e ha mostrato personalità. Queste cose non si insegnano. Non importa quanti anni ha, è pronto per stare con i grandi". Dowman è uno di quei talenti che Arteta segue da tempo, un investimento emotivo e tecnico. L’allenatore spagnolo lo aveva già fatto esordire in Premier, poi lo ha portato nelle amichevoli estive e infine gli ha concesso il palcoscenico più prestigioso. Il suo ingresso non è stato solo un premio, ma una scelta precisa: dare fiducia a un ragazzo che dimostra di capire il gioco con una naturalezza sorprendente.