Per Pogba è arrivato il capolinea

I tifosi lo contestano, grandi ex come Shearer lo criticano. A gennaio può dire addio al Manchester, la Juve è vigile
Paul Pogba ha preso parte a tutti i tre gol (due reti e un assist) messi a segno dal Manchester United in questa Champions League. Questa sarà la prima partita contro la sua ex squadra.© Getty Images

TORINO - E adesso che anche in Champions League il suo Manchester United (suo, poi, chissà fino a quando) si è bloccato, Paul Pogba tornerà presto a rimuginare. Lo fa da un pezzo, in verità, da quando ha cominciato a percepire con sempre maggiore chiarezza quanto il ritorno alla base sia stato particolarmente deleterio per l’evoluzione di una carriera ancora nel pieno del suo fulgore. Già prima della sfida contro il Valencia - non esattamente un modello di continuità nei risultati - il ragazzo di Lagny- sur-Marne aveva fatto capire anche ai più sordi che dalla seconda esperienza Oltremanica non avrebbe tratto chissà quale giovamento. Dopo lo 0-0 di ieri sera, apriti cielo: a parte il gossip sul futuro di José Mourinho, evidentemente ancor più in bilico dopo l’ultimo flop di Old Trafford (lo United non vince dal 3-0 rifilato allo Young Boys in Svizzera, sofferto per giunta), è Pogba il vero centro di gravità. Al punto che, tra mille critiche, rischia di trovare proseliti il partito di coloro che per preservare la crescita del francese si domandano: ma chi glielo fa fare di rimanere in Premier? Gli uomini mercato della Juventus, com’è logico, lo pensano per primi.

COMPLIMENTI - Ecco, fosse per l’ex juventino le valigie sarebbero già pronte da un pezzo. Anche perché non passa giorno senza che un allenatore, un ex giocatore, un opinionista non gli dedichi sui media un tocco di classe, di quelli che solitamente fanno male. L’ultimo è stato l’ex cannoniere Alan Shearer, che a Newcastle continuano a venerare, al contrario della famiglia Pogba: «E’ il calciatore più pagato nella storia del club, però lui non è buono neanche a pulire gli scarpini dei più grandi giocatori della storia dello United». Non servivano simili complimenti per accelerare le prove di fuga, tanto il transalpino è sempre più convinto di andar via. Persino Sir Alex Ferguson, colui che crebbe Cristiano Ronaldo ma che per il Polpo non nutre particolare stima, ha detto di recente che Paul «è una fonte di guai». A tutto ciò si aggiungono le ultime voci provenienti dalla Catalogna: a Barcellona non credono in un’accelerata dell’affare in vista di gennaio («Il Manchester United non vuole vendere», è la convinzione del presidente Josep Maria Bartomeu), anche se nel caso la concorrenza non si lascerebbe abbindolare: è la strategia di chi sa come funziona nel mercato, per cui se una pista si sgonfia mediaticamente vuol dire che sotto traccia i contatti sono incessanti. Funziona in questo modo anche dalla sponda juventina: le telefonate tramite emissari sono pressoché quotidiane e i rapporti con l’agente Mino Raiola restano molto buoni.

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