Saudi League, l'unica avversaria è la Premier League
Gli unici in grado di contrastare gli arabi sono gli inglesi, che hanno creato nel giro di trent’anni un prodotto globale pressoché perfetto, approfittando della grande tradizione dei loro marchi, dell’universalità della loro lingua, della capacità di fare sistema dei loro club che ha consolidato nel tempo la Premier League e l’ha trasformato nel campionato più importante del pianeta. E, negli ultimi dieci anni, la capacità di assorbimento di campioni è stata certamente superiore a quella che stanno mettendo in campo gli arabi. Gli inglesi, oltretutto, hanno un modo oculato di accrescere il livello tecnico del loro campionato acquistando all’estero i grandi campioni e facendo sempre in modo che una parte importante delle immense cifre spese dal loro calciomercato rimanga all’interno del sistema. Quando due club inglesi chiudono un affare da 120 milioni di euro, quel denaro rimane in circolo, alimentando il benessere diffuso del movimento, creando una barriera economica per le offerte arabe. Bene per gli inglesi, ma il resto d’Europa?
L’Unione Europea, della quale la Gran Bretagna non fa più parte, rischia di vedere appassire un business da 10 miliardi all’anno e un valore culturale condiviso come il calcio. La tradizione dei club storici è potenzialmente immortale e, oggi, un tifoso della Juventus, del Real Madrid, del Bayern Monaco, ma anche dell’Ajax o dello Sporting Lisbona può serenamente affermare che non gliene frega niente dei campioni e degli arabi, lui seguirà sempre la sua squadra del cuore. Ma il movimento è destinato a impoverirsi e la passione potrebbe perdere dei pezzi. Nel mondo della comunicazione globale e delle grandi piattaforme di streaming non potrà esserci spazio (e denaro) per tutti i campionati, ma i grandi tornei assorbiranno la stragrande maggioranza delle risorse.
Quali saranno? La Premier League o la Saudi League? Al momento, per esempio, il più grande fagocitatore di risorse economica del calcio mondiale è la Champions League, quella che per qualcuno era «il calcio del popolo», ma ha finito per arricchire solo pochi e creare un divario enorme all’interno del sistema europeo. Domani di quello stesso meccanismo potrebbe esse.