Pagina 2 | Caos in Argentina, incidenti prima di Gimnasia-Boca Juniors: un morto

LA PLATA (ARGENTINA) - Non sono bastate le terribili immagini provenienti dall'Indonesia solo qualche giorno fa, il mondo del calcio esce ancora sconfitto perdendo la propria essenza: gioia e divertimento. È stata una notte infernale a La Plata, Argentina, dove un uomo è morto e un'altra decina di tifosi sono rimasti feriti durante il caos verificatosi prima della partita tra Gimnasia e Boca Juniors. Una folla di supporters si è accalcata all'esterno dello stadio Juan Carmelo Zerillo tentando di oltrepassare il blocco formato dalla Polizia. A una mezz'oretta dall'inizio dell'incontro, intorno alle 20.45, mentre stavano per chiudere i cancelli, le forze armate non sono riuscite a fermare la massa e pertanto hanno utilizzato dei gas lacrimogeni per disperdere la folla.

Il terribile racconto di una serata infernale

Intanto il cuore di César Gustavo “Lolo” Regueiro non ha retto. L'uomo, 57enne, con un passato da calciatore, tifoso del club di La Plata, è deceduto per un infarto. Inutile il trasporto in ospedale, era arrivato già in condizioni critiche. "Non avrei mai pensato di vivere questa follia. Siamo venuti per incoraggiare il lupo (questo il soprannome del club, ndr) e il mio vecchio mi ha lasciato. Voglio annunciare che mio padre è appena morto", è il messaggio della figlia, Juliana. Tra i feriti c'è anche un cameraman di TyC Sports, Fernando Rivero che, mentre riprendeva le terribili immagini, è stato colpito da tre proiettili di gomma lanciati da un agente della polizia: "Mi ha visto e mi ha sparato all'inguine, ero accanto a lui. Fa ancora male e brucia", racconta il reporter al programma High Pressure (TyC Sports). Intanto i lacrimogeni lanciati per disperdere la folla all'esterno erano arrivano in campo e le esalazioni hanno reso l'aria irrespirabile tanto che, anche su richiesta dei due allenatori, Nestor Gorosito (Gimnasia) e Hugo Ibarra (Boca), l'arbitro Hernán Mastrángelo è stato costretto a interrompere la contesa dopo appena 9' di gioco.

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Tifosi in campo a cercare riparo 

Mentre ancora si udivano spari all'esterno dell'impianto, tantissimi tifosi si sono riversati in campo per ripararsi. Uno dei giocatori del Gimnasia La Plata, Leonardo Morales, ha raccontato l'ansia di quei momenti e la preoccupazione per le difficoltà respiratorie: nella pancia dello stadio c'era anche la sua famiglia, che aveva trovato rifugio lì. "I miei due figli non riuscivano a respirare", ha ammesso il calciatore.

Polemiche sulla gestione dei biglietti

Intanto monta la polemica: secondo alcuni, infatti, verrebbero venduti più biglietti della capienza totale dell'impianto. Un'accusa subito rimandata al mittente dal presidente del Gimnasia, Gabriel Pellegrino, che ha invece assicurato di poter dimostrare "che lo stadio era abilitato a 30.000 persone. Abbiamo venduto 3.254 biglietti su 4.300 che ci sono stati inviati poiché gli altri erano tesserati ed è la polizia a stabilire il numero di persone che entrano. La gente voleva entrare con le carte in mano e abbiamo visto bancarelle vuote. Chi ha chiuso le porte sono stati gli organi di sicurezza, la polizia e l'Aprevide". Col passare dei minuti l'esterno dello stadio Juan Carmelo Zerillo si è lentamente svuotato e i tifosi che erano entrati in campo per trovare riparo e soccorso hanno potuto abbandonare l'impianto ristabilendo così un clima di quasi normalità dopo attimi di vero terrore. Intanto l'AFA indaga sull'accaduto e invia le proprie condoglianze alla famiglia della vittima. 

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Tifosi in campo a cercare riparo 

Mentre ancora si udivano spari all'esterno dell'impianto, tantissimi tifosi si sono riversati in campo per ripararsi. Uno dei giocatori del Gimnasia La Plata, Leonardo Morales, ha raccontato l'ansia di quei momenti e la preoccupazione per le difficoltà respiratorie: nella pancia dello stadio c'era anche la sua famiglia, che aveva trovato rifugio lì. "I miei due figli non riuscivano a respirare", ha ammesso il calciatore.

Polemiche sulla gestione dei biglietti

Intanto monta la polemica: secondo alcuni, infatti, verrebbero venduti più biglietti della capienza totale dell'impianto. Un'accusa subito rimandata al mittente dal presidente del Gimnasia, Gabriel Pellegrino, che ha invece assicurato di poter dimostrare "che lo stadio era abilitato a 30.000 persone. Abbiamo venduto 3.254 biglietti su 4.300 che ci sono stati inviati poiché gli altri erano tesserati ed è la polizia a stabilire il numero di persone che entrano. La gente voleva entrare con le carte in mano e abbiamo visto bancarelle vuote. Chi ha chiuso le porte sono stati gli organi di sicurezza, la polizia e l'Aprevide". Col passare dei minuti l'esterno dello stadio Juan Carmelo Zerillo si è lentamente svuotato e i tifosi che erano entrati in campo per trovare riparo e soccorso hanno potuto abbandonare l'impianto ristabilendo così un clima di quasi normalità dopo attimi di vero terrore. Intanto l'AFA indaga sull'accaduto e invia le proprie condoglianze alla famiglia della vittima. 

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