Tifosi in campo a cercare riparo
Mentre ancora si udivano spari all'esterno dell'impianto, tantissimi tifosi si sono riversati in campo per ripararsi. Uno dei giocatori del Gimnasia La Plata, Leonardo Morales, ha raccontato l'ansia di quei momenti e la preoccupazione per le difficoltà respiratorie: nella pancia dello stadio c'era anche la sua famiglia, che aveva trovato rifugio lì. "I miei due figli non riuscivano a respirare", ha ammesso il calciatore.
Polemiche sulla gestione dei biglietti
Intanto monta la polemica: secondo alcuni, infatti, verrebbero venduti più biglietti della capienza totale dell'impianto. Un'accusa subito rimandata al mittente dal presidente del Gimnasia, Gabriel Pellegrino, che ha invece assicurato di poter dimostrare "che lo stadio era abilitato a 30.000 persone. Abbiamo venduto 3.254 biglietti su 4.300 che ci sono stati inviati poiché gli altri erano tesserati ed è la polizia a stabilire il numero di persone che entrano. La gente voleva entrare con le carte in mano e abbiamo visto bancarelle vuote. Chi ha chiuso le porte sono stati gli organi di sicurezza, la polizia e l'Aprevide". Col passare dei minuti l'esterno dello stadio Juan Carmelo Zerillo si è lentamente svuotato e i tifosi che erano entrati in campo per trovare riparo e soccorso hanno potuto abbandonare l'impianto ristabilendo così un clima di quasi normalità dopo attimi di vero terrore. Intanto l'AFA indaga sull'accaduto e invia le proprie condoglianze alla famiglia della vittima.