Zapelli, una joya per l'Italia: la scuola Vazquez, l'idolo Riquelme e il Belgrano

La storia e le caratteristiche dell'attaccante argentino, con passaporto italiano, convocato da Nicolato in Under 21
Zapelli, una joya per l'Italia: la scuola Vazquez, l'idolo Riquelme e il Belgrano

A Cordoba la case cantano e i palloni rimbalzano. La tradizione argentina è scolpita nella pietra e va avanti da anni tra asado e campioni che scrivono la storia del futbol. A Villa Carlos Paz il nome più frequente è quello di Bruno Zapelli, convocato dal ct Nicolato per le prossime partite dell'Italia U21 contro Serbia e Ucraina. La sua storia è affascinante. Talento e ambizione e un pizzico di vintage, come il suo ruolo, il trequartista, quasi in via di estinzione. Nella sua terra sono nati 10 sudamericani come Vazquez, un modello per la famiglia, ed altri si sono formati, come Dybala che nell'Instituto ha messo in mostra la sua classe, prima di presentarsi in Europa. E tra i due c'è anche un filo conduttore: il Palermo. Ma veniamo a Zapelli e all'esigenza di trovare il talento. Mancini nelle ultime ore si è sfogato dicendo: "In Italia gli attaccanti non giocano, siamo in un momento difficile". Il ct ha risposto a questa esigenza con una convocazione dal sapore quasi provocatorio, chiamando in causa Retegui (qui la sua scheda). Anche le giovanili stanno seguendo gli stessi passi.

Un po' Joya un po' Toro: il calcio di Zapelli

Se nasci nella provincia di Cordoba le scelte che si possono fare sono tre: Talleres, Instituto e Belgrano. Zapelli ha preferito l'ultima, prima però di fare un viaggio in Spagna, al Villarreal. Dopo qualche anno di formazione e crescita deve fare però rientro a casa per una norma che vietava il trasferimento ai minorenni extracomunitari. Nel 2015 ha fatto la valigia ed è rientrato a Belgrano. Ma lo ha fatto con il sorriso e con la voglia di riabbracciare la famiglia. Qui ha potuto esprimersi senza censure calcistiche. Dalle sue partite emergono le qualità tecniche di Dybala e le movenze di Lautaro Martinez, per un 2002 che ancora può evolversi e giocare da punta. Nella squadra di Cordoba, il 20enne ha esordito già nel 2020, risultando poi tra i migliori nella promozione del Belgrano in prima divisione. Ed è stato proprio il club ha rendere nota la convocazione dell'Italia.

La scuola Vazquez e l'idolo Riquelme

Se nasci a Villa Carlos Paz non puoi non essere accostato al "Mudo" Vazquez. "Mudo" vuole dire muto, silenzioso, una persona che non parla mai. O quasi, perché l'attaccante argentino andava nella stessa scuola del padre di Zapelli ed ancora oggi continuano a sentirsi, come ha raccontato lo stesso Zapelli a GranHotelCalciomercato. Il giovane talento ha raccontato anche che il suo allenatore Guillermo Farré ha preso come riferimento per la sua crescita proprio il 10 del Parma: "Mi disse che aveva vissuto il processo di crescita di Vázquez e che ero un giocatore simile a lui perché negli allenamenti mi vedeva fare le sue stesse giocate, ma dovevo interpretare meglio alcuni aspetti come la fase di non possesso". Un argentino può avere tanti poster in casa, ma i più ricorrenti sono quelli di Maradona e di Riquelme. Anche Roman, così come Franco portava il soprannome "Mudo". Infatti a cantare era il pallone tra i suoi piedi. Ora Zapelli spera di poter suonare le stesse note, però con un pianoforte italiano.

 

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