Riquelme-Macri, la sfida: al Boca si sceglie il futuro

Domenica le elezioni: l’idolo massimo contro il presidente dell’epoca d’oro: due modi opposti di gestire il club e La Bombonera
Riquelme-Macri, la sfida: al Boca si sceglie il futuro© Getty Images

Tu chiamala, se vuoi, “La guerra dei mondi” e Spielberg stavolta non c’entra nulla. Tra poco più di 48 ore a Brandsen 805, Buenos Aires, Argentina, 94.188 soci si recheranno alle urne per eleggere, per i prossimi 4 anni, il presidente del Boca Juniors, il club più prestigioso, amato e vincente del LatinoAmérica. Una “Guerra dei mondi” in piena regola, dato che si fronteggiano due pezzi da 90 del Xeneize: da un lato l’attuale vicepresidente Juan Román Riquelme, il massimo idolo del club; dall’altro l’ex presidente dell’epoca più vincente che, per inciso, è stato anche presidente della nazione (2015-2019, con esiti nefasti), ossia Mauricio Macri.

Riquelme vs Macri

Due mondi all’opposto e no, non stiamo parlando solo di fútbol. Non si sopportano, JRR10 e Macri: hanno due visioni antitetiche della politica, della vita e, di conseguenza, pure del calcio. Peronista di sinistra Román, ultraliberista e di destra Macri; di famiglia umilissima El Diez, mentre Macri è il rampollo prediletto di Francesco Raúl, imprenditore italiano naturalizzato argentino. Riquelme, che per un tifoso del Boca Juniors è meglio pure di Maradona, sente che il club è come il patio di casa sua e da La Bombonera, lo stadio particolarissimo e conosciuto in tutto il mondo, non vorrebbe mai e poi mai andarsene, anche se, per la smodata richiesta di biglietti, è diventata davvero troppo piccola. Macri, da imprenditore, pensa a generare ingressi che possano riportare il Xeneize in cima al mondo: ecco l’idea di costruire un impianto nuovo, La Bombonera Siglo XXI, 105.638 spettatori. Ma mica è finita qui: aumentano i rumours che, in caso di vittoria di Macri, il Boca potrebbe essere il primo top club a trasformarsi in SAD, una Spa, una società per azioni in salsa argentina. Sarebbe l’addio a polisportiva, a finalità sociali e ovviamente, addio alle elezioni: un’idea sempre fortemente osteggiata non solo al Boca ma in tutto il Paese, ma che ora con “El Motosierra” Milei a capo dello stato potrebbe trasformarsi in un incubo reale. Ecco perché le elezioni di domenica possono diventare qualcosa di storico, che va ben oltre il mero futuro del Boca Juniors e che può avere un effetto contagio su tutto il calcio dei campioni del mondo.

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