Sara Gama nella Hall of Fame: "Sono orgogliosa"

Le parole della capitana della Juventus: "La pressione fuori dal campo è maggiore perché mi accorgo dell'importanza di quello che facciamo"
Sara Gama nella Hall of Fame: "Sono orgogliosa"

"Sono orgogliosa, significa che ho fatto delle cose buone e mi piace pensare di averle fatte sia dentro che fuori dal campo, dando il mio contributo alla crescita del nostro sport". Sono le parole di Sara Gama, capitana della Juventus, della Nazionale, vicepresidente AIC ed ex consigliera federale, che sta per fare il suo ingresso ufficiale nella 'Hall of Fame', raccogliendo l'eredità di Morace, Panico, Gabbiadini, Vignotto e Bertolini. "Durante la mia esperienza all'estero ho subito gravi infortuni - prosegue la calciatrice parlando della sua carriera -, ma la scelta di lasciare la Francia non è stata affatto facile, lì eravamo già professioniste e tornare in un calcio dove non c'erano ancora i grandi club non era quello che sognavo in quel momento. Ora posso dire che si è rivelata la scelta migliore, mi ha permesso di riprendere i miei ritmi e da allora mi sono tolta grandissime soddisfazioni. Nulla è venuto per caso: bisogna lavorare, fare scelte e mettersi sempre in gioco, così facendo i risultati arrivano". Il riconoscimento risale al febbraio di due anni fa, ma che a causa della pandemia le verrà consegnato insieme a Barbara Bonansea, entrata pochi mesi fa in questo ristretto sodalizio di campionesse. "Non mi spaventa avere delle responsabilità - aggiunge senza esitazioni la numero tre bianconera - l'ho sempre considerato un grande onore. Quando giochiamo mi viene naturale guidare e aiutare la squadra, la pressione fuori dal campo è maggiore perché mi accorgo dell'importanza di quello che facciamo per indirizzare il movimento e favorire l'avanzamento a 360 gradi del nostro sport".

Sara Gama sul professionismo nel calcio femminile

Sulla svolta epocale per il calcio femminile, che a partire dal 1° luglio passerà al professionismo della Serie A: "I passi in avanti saranno notevoli e andranno considerati sotto due diversi aspetti: da una parte le calciatrici che giocano e quelle che giocheranno potranno contare su tutele riconosciute, come l'assicurazione e la pensione, è questo il motore che ci ha spinto a lottare per ottenere quello che ci spettava. Dall'altra avremo l'opportunità di lanciare definitivamente questa disciplina, che è una parte del sistema calcio con enormi potenzialità non ancora sfruttate, investendo per poter competere ai massimi livelli e puntare alla vittoria. Entrambi gli aspetti hanno un valore enorme e favoriranno lo sviluppo del nostro sport, che andrà a beneficio di tutti, non solo delle atlete. Professionismo vuol dire questo".

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