Echouafni sulla finale di Champions femminile: “Dico Barça, ma occhio alla Hegerberg”

L'ex tecnico del Psg Women campione di Francia nel 2021: “Partita spettacolare anche grazie al fascino dell'Allianz Stadium. Per la Juve non è un sogno impossibile pensare alla finale 2023. Bonansea-Girelli come Chiesa-Vlahovic”
Echouafni sulla finale di Champions femminile: “Dico Barça, ma occhio alla Hegerberg”

Il conto alla rovescia è ormai finito: domani sera Barcellona e Lione si contenderanno la finale di Champions League femminile all'Allianz Stadium, la casa della Juventus. «Mi aspetto una grande partita, parliamo di due squadre top che si affronteranno in un ambiente magnifico come quello dello stadio bianconero», racconta Olivier Echouafni, in Francia soprannominato l'Antonio Conte del calcio femminile per i suoi exploit in panchina. Dalla prima vittoria della Nazionale francese sugli Usa al titolo vinto nel 2020-21 con il Psg interrompendo proprio l'egemonia dell'OL.

A bruciapelo: pronostico per la finale?

«Barcellona».

Perché?

«Le spagnole sono leggermente favorite per almeno due motivi. Sono le campionesse in carica, grazie al trionfo dell'anno scorso contro il Chelsea, e sono molto squadra. Hanno un gran collettivo che finisce per esaltare le individualità. A partire dalla Putellas, il Pallone d'Oro in carica, che a me ricorda un po' Rakitic. Poi nel Barcellona, anche se non sarà al top a livello di ritmo dopo l'infortunio, rientrerà anche Lieke Martens. L'olandese è a scadenza di contratto e potrebbe trasferirsi al Psg. Vincere un'altra Champions sarebbe il modo migliore per salutare il Barcellona e una città, Torino, nella quale lo scorso dicembre ha conquistato il Golden Player».

Il Lione torna a Torino dopo l'incrocio contro la Juventus nei quarti di Champions…

«E soprattutto ritrova il Barcellona in finale come nel 2018-19, quando le francesi vinsero dominando. Il Lione è sempre il Lione, è una squadra esperta. Occhio a Ada Hegerberg, l'attaccante norvegese dell'OL».

Per la Juventus di Montemurro, eliminata nei quarti di Champions proprio dal Lione, pensare di arrivare in finale l'anno prossimo è un sogno impossibile?

«Di impossibile non c'è nulla, nel calcio. Le bianconere hanno vinto 5 scudetti e sono una realtà in grande crescita. L'introduzione del professionismo aiuterà i club italiani a compiere il salto di qualità».

Le sue giocatrici preferite delle Juventus?

«La Bonansea e la Girelli, una coppia d'attacco stile Chiesa-Vlahovic».

Le piacerebbe vivere una esperienza su una panchina italiana di calcio femminile?

«Certo. Ho sempre avuto un debole per l'Italia e per il vostro calcio. Vedremo...».

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