Cernoia: “La fame non è passata. Pensiamo in grande”

Centrocampista della Juve, è stata la prima tesserata nella storia delle Women. “Mi piace fare la mezzala, ma posso essere un’arma in più in attacco”
Cernoia: “La fame non è passata. Pensiamo in grande”© Juventus FC via Getty Images

Valentina Cernoia, il triplete conquistato lo scorso anno è già nella storia della Juventus: campionato, Coppa Italia e Supercoppa. Dopo una stagione così, cui si è aggiunto un ottimo cammino europeo, come si rigenerano le motivazioni? 
 
«Non hanno bisogno di rigenerarsi perché una volta che metti piede a Vinovo hai sempre voglia di fare bene e confermarti, che non è mai semplice: è vero abbiamo vinto il triplete, ma dal giorno uno abbiamo resettato e fissato il punto zero per riconquistare tutto quello che abbiamo vinto lo scorso anno e lavorare sodo per confermare anche quello che abbiamo fatto in Champions, che è stato qualcosa di incredibile, ma c’è ancora tanto da migliorare». 
 
Oggi comincia la prima Serie A dell’era professionistica: le piace la nuova formula del campionato? 
 
«È particolare e avvincente, può essere d’aiuto a tutto il movimento e anche a noi per giocare più partite di alto livello, necessarie per alzare sempre più l’asticella come viene richiesto dalla società e dal tecnico». 
 
Ripensando al percorso in Champions, c’è un errore che non dovrete ripetere? 
 
«Penso all’andata dei quarti con il Lione, eravamo in superiorità numerica e non siamo riuscite ad ammazzare la partita, cosa che ci avrebbe dato più tranquillità al ritorno. Questo è un elemento su cui lavorare». 
 
Dove crede veramente che questo gruppo possa arrivare in Europa? 
 
«Innanzitutto dobbiamo far bene ed essere convincenti nella prossima sfida dei preliminari, ritrovare meccanismi e certezze in campo internazionale che sono diversi rispetto a quelli in Italia. L’obiettivo fondamentale è centrare di nuovo la fase a gironi, poi da lì giocarsela con tutti». 
 
Lei è stata la prima tesserata ufficiale della storia delle Women: sotto quale aspetto, più di tutti gli altri, questo gruppo e in qualche modo anche la società è cambiata in queste cinque stagioni? 
 
«Dal primo giorno in cui ho messo piede qui è cambiato il mio modo di vivere il calcio, qui ho capito che “da grande” volevo fare la calciatrice e ho scelto la realtà migliore per riuscirci perché la società ci mette a disposizione tutto e anche di più per lavorare al meglio. Con il gruppetto delle storiche è cresciuta la consapevolezza di essere tra le migliori e la fortuna di vivere questa quotidianità, pur sapendo che in cambio devi dare tutto e a volte non basta». 
 
Scendiamo in campo: è possibile che in questa stagione la vedremo in posizione più avanzata rispetto a quella di mezzala, viste anche le scelte di mercato? 
 
«Sicuramente è una possibilità, ne ho parlato più volte con il tecnico: mi ritengo fortunata a essere considerata un’arma in più anche per l’attacco e a saper interpretare i due ruoli a seconda ovviamente di quello che serve alla squadra». 
 
Ma la posizione in cui si sente più a suo agio qual è? 
 
«La mezzala è la mia preferita, ma se mi avvicino alla porta e faccio gol sono ancora più contenta!». 
 
Capitolo Europei: la notizia della sua positività al Covid poco prima dell’esordio è stata una mazzata, per tutti. Cosa le ha fatto più male? 
 
«L’occasione persa e il fatto di aver giocato poco: ero lì pronta, a disposizione per le gare successive al girone e invece tolti quei pochi minuti con il Belgio non ho avuto questa opportunità». 
 
Ci aiuti a conoscere un po’ meglio i nuovi innesti: quanto è forte fisicamente Beerensteyn? 
 
«È forte ed esplosiva, la conoscevamo e l’avevamo già incontrata all’ultimo Mondiale: siamo felici che adesso sia con noi e, quindi, di non doverle più correre dietro!». 
 
Crede che Gunnarsdottir sia la giocatrice più esperta con cui ha giocato nella sua carriera? 
 
«Direi che è sul podio: il suo palmares e la sua storia dicono di sì, ma a lei aggiungerei anche Sembrant e Gama». 
 
Pensa, invece, che Cantore possa ricalcare le orme di Lenzini? Rientrare ed essere subito decisiva? 
 
«Io le darei come obiettivo minimo di fare quello che Martina ha fatto l’anno scorso, poi essendo lei un’attaccante mi auguro che riesca anche a incidere sotto porta e a farci vincere le partite». 
 
Quando Duljan è stata presentata si è parlato della sua grande duttilità: dopo due settimane di lavoro insieme può confermarlo? 
 
«Sì, anche se vorrei mettere l’accento più sul suo approccio, si è resa subito disponibile a ricoprire ruoli diversi secondo quanto le viene richiesto e questo non è sempre scontato. Sta lavorando a testa bassa: questo è l’atteggiamento che a me piace». 
 
Nella rosa sono state anche aggregate in pianta stabile le giovani Arcangeli, Pfattner e Schatzer: qual è il suo consiglio per loro? 
 
«Nicole viene da un Europeo in cui ha fatto bene, noi l’abbiamo seguita dal ritiro azzurro, e sono contenta che sia rientrata con lo spirito giusto. Spero che anche le altre due ragazze riescano a mantenere l’entusiasmo e a diventare “spugne” perché noi abbiamo tanto da insegnare». 
 
Ha visto la Roma in Champions? Crede di trovare un’avversaria più forte del passato?  
 
«L’abbiamo seguita e devo dire che abbiamo fatto il tifo per loro, perché crescere anche nel ranking è importante per il movimento: non si tratta di una novità, è una squadra forte e anche gli investimenti di mercato che ha fatto lo dimostra. La troveremo ancora più preparata rispetto allo scorso campionato». 
 
Sarà la principale rivale per lo scudetto? 
 
«Una delle rivali, perché anche tante altre squadre si sono rafforzate molto. E sono contenta perché questo vuol dire che anche il livello generale del campionato si è alzato».

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