Cantore, Boattin, Linari, Dragoni, Caruso, Galli: orgoglio azzurro, talenti mondiali!

Intervista a Alessandro Orlandi, l'agente ci spiega l’exploit delle calciatrici italiane all’estero: "Cantore ha realizzato il suo sogno americano: quando le ho parlato di Washington era incredula. Linari a Londra, un esempio per tutte"
Cantore, Boattin, Linari, Dragoni, Caruso, Galli: orgoglio azzurro, talenti mondiali!© AGENZIA ALDO LIVERANI SAS

Che cosa hanno in comune Cantore, Boattin, Linari, Dragoni, Caruso e Galli? Il talento, certo. La maglia azzurra, pure. Il cartellino di proprietà estera. Fuochino. L’agenzia. Fuoco. Ad accomunarle, infatti, c’è l’aureola di Assist Women e del suo fondatore Alessandro Orlandi, che negli ultimi mesi ha letteralmente esportato e valorizzato il calcio italiano nel mondo. Senza mai snaturare quella visione pura e vincente che, prima di tutti, lo ha portato a credere in una realtà che nessuno prendeva in considerazione.  
 
Orlandi, partiamo da Cantore, il colpaccio dell’estate. Cosa non sappiamo ancora? 
«Che il primo contatto da parte del Washington Spirit avviene nel mercato invernale per un sondaggio su un’altra giocatrice giovane del nostro gruppo. Poi il nostro rapporto con il club, la cui proprietà è la stessa di squadre come Lione e London City, avanza e in primavera, grazie alle prestazioni costanti di Sofia, nasce l’interessamento concreto». 
 
Si ricorda la prima reazione della giocatrice? 
«La gioia, chiaro, d’altronde lei stessa circa cinque anni fa aveva dichiarato di avere il sogno di giocare negli Usa. L’ha vissuta anche come uno stimolo, un’opportunità di cambiare vita. E poi anche un po’ di incredulità di fronte al fatto che un club di quella portata, che poteva pescare letteralmente in tutto il mondo, avesse scelto proprio lei in Italia». 
 
E non solo nelle intenzioni… 
«In effetti il club ha investito una cifra importante, (oltre 300.000 euro, ndr), che corrisponde a più della metà del budget annuale dei trasferimenti a disposizione di ogni club e che, per regolamento, in Nwsl è uguale per tutti». 
 
Quanto si è emozionato di fronte a quel primo e meraviglioso gol americano di Cantore? 
«Temevo non fosse più possibile emozionarmi così dopo le esperienze nel calcio maschile. Pensavo che ormai ci avessero moralmente prosciugato, invece momenti come quello del gol, ma anche la felicità delle ragazze dopo i trasferimenti e lo stesso Europeo ci hanno regalato emozioni nuove». 

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Che consiglio le ha dato?  
«Sofia ha un’umiltà e una semplicità che sono le sue armi principali. Le ho detto che finché le conserverà continuerà a evolversi. Ma è una cosa che vale per tutte, è importante che queste ragazze mantengano la naturalezza delle radici: così continueranno a esportare bene il messaggio del calcio italiano, mentre chi ha perso quei valori morali sta già vedendo il tramonto». 
 
Ma in America lei ha “portato” anche un’altra bianconera, Boattin. Una partenza forse ancora più inattesa… 
«Sicuramente molto più rapida e inaspettata rispetto a quella di Cantore, l’abbiamo definita in 20 giorni. Tutto è nato da un caffè con il direttore tecnico di Houston dopo la sfida Italia-Portogallo in Svizzera. Era rimasto molto colpito da lei. E Lisa ha abbracciato questo cambiamento di vita: negli anni ha sempre avuto offerte molto attraenti da club internazionali, ma non ne ha mai presa in considerazione neanche una per il suo legame affettivo con la Juventus e forse perché non era ancora il momento giusto».

Anche il trasferimento di Linari al London City è iniziato durante l’Europeo? 
«No, quella era un’operazione in cantiere da prima e che Elena ha sublimato con il suo eccellente torneo, che le è valso pure un posto in top 11! Londra oggi è il cuore pulsante del movimento del calcio europeo, quindi il suo approdo lì ha un significato che va anche oltre il club. È il sigillo della presenza dell’Italia a livello internazionale. Poi lei ha da sempre una mentalità internazionale come approccio al lavoro, all’attitudine vincente, ora avrà l’opportunità di sfidare ogni giorno le migliori al mondo». 
 
L’Italian Golden Girl in carica Dragoni ha subito un duro infortunio a fine stagione che le è costato l’Europeo: ora è pronta a ripartire, ancora con la Roma? 
«Sì, probabilmente tornerà in prestito alla Roma: il Barcellona, con cui ha un contratto fino al 2027, ha grande stima di lei e nonostante le difficoltà societarie momentanee la ritiene una giocatrice su cui continuare a puntare. Ha 18 anni e sa che questo deve essere l’anno della sua consacrazione. Questo stop per lei non è stato semplice, ma allo stesso tempo è stata un’occasione per forgiarsi ulteriormente a livello caratteriale, perché per il talento ci ha già pensato Madre Natura». 

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Anche la scelta di Caruso è stata quella giusta? 
«Beh, direi che è evidente la crescita che ha avuto dopo soli cinque mesi all’estero. Abbiamo visto proprio un cambio di marcia, il trasferimento al Bayern è stato fondamentale in questo senso. E dopo i primi mesi di prestito con obbligo, quest’estate il club si è impegnato con un investimento importante fino al 2028». 
 
Di che cifre parliamo? C’è ancora sempre un po’ di reticenza a parlare di numeri… 
«Parliamo di trasferimenti che rientrano tutti nella forbice dai 150.000 agli oltre 300.000 euro». 
 
Galli fu il primo grande colpo dall’Italia all’estero. E anche quella trattativa l’avete chiusa voi. Qual è il vostro segreto? 
«Sicuramente il coraggio, l’ambizione e la visione, nel 2015, di fare questa transizione graduale sul femminile. E poi la scelta di non essere meri agenti, ma una società di servizi che lavora per essere un “angelo custode professionale” di ciascuna ragazza ogni giorno: perché per noi l’80% del lavoro consiste nella gestione della sfera umana di una persona a cui vogliamo bene. Inoltre, tutti questi trasferimenti sono figli di tanti anni di lavoro in cui abbiamo fatto viaggi all’estero senza essere certi di portare a casa un risultato immediato, e molte volte è successo proprio così, ma con l’obiettivo di costruirci quella credibilità che oggi ci permette di essere visibili ed ascoltati». 
  
C’è ancora un po’ di diffidenza nel percorso inverso?  
«Un pochino sì, è normale che le top player pretendano delle garanzie. In Italia è in corso un miglioramento di infrastrutture e visione, ma servono tempo, continuità e un salto di mentalità da parte di tutti per dimostrare che il nostro campionato possa diventare una destinazione e non solo un trampolino di lancio». 
 
C’è un nome giovane di cui sentiremo parlare? 
«C’è una nuova g enerazio ne in cui Pavan, Schatzer e Drag oni sono capofila di un gruppo in cui spiccano le 2005 Renzotti, Sorelli , Cesarini del M ilan e Bartalini della Fiorentina e a cui si aggiungono le giovanissime Ventriglia e Galli della Roma, 2007 e 2008, Consolini, classe 2007 dell’Inter, e Venturelli e Guerzoni del Sassuolo, 2008 e 2009. Tutte giocatrici già fisse in prima squadra: il futuro, anche dell’Italia, sono loro».

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Che cosa hanno in comune Cantore, Boattin, Linari, Dragoni, Caruso e Galli? Il talento, certo. La maglia azzurra, pure. Il cartellino di proprietà estera. Fuochino. L’agenzia. Fuoco. Ad accomunarle, infatti, c’è l’aureola di Assist Women e del suo fondatore Alessandro Orlandi, che negli ultimi mesi ha letteralmente esportato e valorizzato il calcio italiano nel mondo. Senza mai snaturare quella visione pura e vincente che, prima di tutti, lo ha portato a credere in una realtà che nessuno prendeva in considerazione.  
 
Orlandi, partiamo da Cantore, il colpaccio dell’estate. Cosa non sappiamo ancora? 
«Che il primo contatto da parte del Washington Spirit avviene nel mercato invernale per un sondaggio su un’altra giocatrice giovane del nostro gruppo. Poi il nostro rapporto con il club, la cui proprietà è la stessa di squadre come Lione e London City, avanza e in primavera, grazie alle prestazioni costanti di Sofia, nasce l’interessamento concreto». 
 
Si ricorda la prima reazione della giocatrice? 
«La gioia, chiaro, d’altronde lei stessa circa cinque anni fa aveva dichiarato di avere il sogno di giocare negli Usa. L’ha vissuta anche come uno stimolo, un’opportunità di cambiare vita. E poi anche un po’ di incredulità di fronte al fatto che un club di quella portata, che poteva pescare letteralmente in tutto il mondo, avesse scelto proprio lei in Italia». 
 
E non solo nelle intenzioni… 
«In effetti il club ha investito una cifra importante, (oltre 300.000 euro, ndr), che corrisponde a più della metà del budget annuale dei trasferimenti a disposizione di ogni club e che, per regolamento, in Nwsl è uguale per tutti». 
 
Quanto si è emozionato di fronte a quel primo e meraviglioso gol americano di Cantore? 
«Temevo non fosse più possibile emozionarmi così dopo le esperienze nel calcio maschile. Pensavo che ormai ci avessero moralmente prosciugato, invece momenti come quello del gol, ma anche la felicità delle ragazze dopo i trasferimenti e lo stesso Europeo ci hanno regalato emozioni nuove». 

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