MILANO - Sinisa Mihajlovic è in buona compagnia. Anzi, si potrebbe dire che è ormai entrato nella storia del Milan. Il tecnico serbo ha mangiato il panettone, ma come molti suoi predecessori è diventato il bersaglio delle battute di Silvio Berlusconi. Mihajlovic come Tabarez («chi? Un cantante di Sanremo?»), Zaccheroni («un sarto distratto può rovinare una buona stoffa»), Leonardo («è un testardo, non mi ascolta e fa giocare male il Milan»), Allegri (fra le tante, «no el capisse un cas.. di calcio»), Seedorf («alla Sacra Famiglia di Cesano ho incontrato tante persone che potrebbero tenere in mano lo spogliatoio del Milan») e Inzaghi («abbiamo visioni diverse, sono andato spesso a Milanello ma poi non fanno quello che dico»). Come sia finita per questi allenatori, è noto a tutti.
SCELTA ALLA MANCINI - Per questo viene da chiedersi perché Berlusconi non decida di lasciare da parte le battute e le frecciate di rito, passando ai fatti. Non gli piace Mihajlovic? Non è rimasto soddisfatto del rendimento della squadra nella prima metà della stagione? Che cambi. La panchina di Mihajlovic, non è un mistero, è stata traballante nell'ultimo periodo. Dopo la sconfitta del 21 novembre a Torino con la Juventus il club ha iniziato a pre-allertare Brocchi, tecnico della Primavera e molto stimato da Berlusconi; ma non sono mancati dei sondaggi con allenatori liberi, vedi Guidolin, Prandelli e Lippi. Proprio quest'ultimo - con tutto il rispetto per gli altri nominati - ha quel profilo che probabilmente permetterebbe davvero al Milan di voltare pagina (l'altro è Conte, ma fino a giugno...). Al di là del curriculum, Lippi nelle ultime annate lontano dall'Italia è diventato un allenatore-manager, in Cina al Guangzhou ha ricoperto anche il ruolo di dt e ingaggiarlo oggi, significherebbe dargli mesi di lavoro per preparare al meglio la squadra per la prossima stagione, un po' come accaduto all'Inter un anno fa con Mancini.
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