TORINO - Anche gli investimenti per il Toro che verrà impongono ai granata di chiudere al meglio la stagione. Non sono elementi immediatamente utlizzabili, però la prospettiva di impiego dei vari Lyanco, Bonifazi e Milinkovic-Savic rappresenta una ventata di freschezza, un invito a porre basi solide oggi per avere risposte confortanti nel prossimo futuro. Serve, adesso e quindi fin dalla prova di domenica contro l’Udinese, un Toro che se non per la classifica - l’8° posto occupato dalla Fiorentina intempestivamente scaricato da Cairo dista comunque 8 punti, tanti ma non tantissimi - se la giochi tirando fuori il meglio. Chiudere in crescendo per ripartire con slancio: a ciò è chiamata la squadra di Mihajlovic. Tecnico di un Torino che dopo qualche turbolenza nelle primissime fasi del campionato si era messo in volo ad alta quota, salvo perdere la rotta tra la fine del 2016 e l’inizio dell’anno nuovo. Nell’ultima partita disputata prima della sosta contro l’Inter, invece, si è rivisto con confortante continuità il Toro che aveva spaventato le “grandi”, in particolare Fiorentina e Roma nel corso del girone d’andata.