ROMA - Quel tweet di Keita nascondeva un triste presagio: per lui rimanere a Roma un altro anno diventa ora impossibile. Un appello alla Juventus a fare in fretta, perché il campionato è alle porte e prima della fine del mercato ci saranno altre due mancate convocazioni che ormai non sono neanche più quotate dai bookmakers. Il problema per il senegalese, e per il suo procuratore Roberto Calenda, che con Lotito è sempre stato in guerra, è che per loro la Juventus è una priorità ma Keita non è una priorità per i bianconeri. Marotta si sta concentrando più sul centrocampo, chiaro che dopo gli arrivi di Douglas Costa e Bernardeschi, in attacco il laziale sarebbe solo una ciliegina sulla torta. «Con Lotito ho parlato personalmente in un incontro avvenuto a Milano - ha ammesso ieri l’ad bianconero - e ho manifestato la nostra somma non è ritenuta adeguata, quindi ci siamo fermati. A questo punto, forse ci potrà essere possibilità più avanti, non lo so». Ecco perché l’offerta bianconera resterà la stessa di sempre: 18 milioni che diventano 20 con i bonus. Ancora troppo poco per Lotito, che ne chiede 30 e si domanda perché dovrebbe perdere almeno 5 milioni in più che sarebbero pronti a sborsare sia il Napoli che l’Inter, per non parlare del Monaco.
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