Nuovo allenatore Juve: Guardiola resta sempre il sogno

Pep è legato al Manchester City ma il club bianconero non smette di seguirlo. Fra i tecnici monitorati c’è Klopp, blindato per ora a Liverpool. Alla Continassa valutano anche profili di livello internazionale. Costano molto, però avrebbero l’esperienza giusta per governare lo spogliatoio bianconero
Nuovo allenatore Juve: Guardiola resta sempre il sogno© AFPS

TORINO - Sarà che quelle lacrime versate in panchina dopo aver rifilato sei gol al Watford, sabato in finale di FA Cup, hanno trasformato l’iniziale suggestione in qualcos’altro, nel cuore dei tifosi juventini. Oppure sarà per quelle istruzioni tattiche rivolte a Raheem Sterling a margine della premiazione di Wembley: parole (e gesti, e impegno) che hanno acceso il sentimento già forte del popolo bianconero nei suoi confronti. Di sicuro, l’estrema professionalità di un fuoriclasse della panchina come Pep Guardiola non è mai stata in discussione e se fra i sostenitori del club campione d’Italia prende corpo il sogno di vedere il catalano sulla poltroncina che Massimiliano Allegri lascerà, è il caso che il desiderio venga cavalcato, al di là delle parole di prammatica dette fino ad ora dall’allenatore del Manchester City.

La Juventus sonda Simone Inzaghi, prova ad accelerare per Maurizio Sarri e nel caso in cui la Federcalcio francese apra uno spiraglio per Didier Deschamps, s’infilerà volentieri. Ma è anche vero che nel momento in cui i vertici societari ritengono l’attuale rosa meritevole di qualche aggiustamento qua e là, significa che probabilmente si avverte l’esigenza di avviare un nuovo progetto legato a un modo di giocare tale da far rendere al meglio i campioni a disposizione del tecnico.

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E’ certo che all’appeal dell’ex allenatore-mito del Barcellona non è possibile resistere, così come è altrettanto assodato che Fabio Paratici e Pere Guardiola, fratello-agente di Pep, si conoscano a memoria e condividano un buonissimo rapporto. Il problema, nel caso, consisterebbe nel convincere il catalano del fatto che la rosa juventina necessiti di ritocchi, non di una rivoluzione totale.

Il discorso vale anche per Jurgen Klopp che guadagna molto meno di Guardiola: 7 milioni di sterline - intorno ai 7,9 milioni di euro - con contratto rinnovato fino al 2022.

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TORINO - Sarà che quelle lacrime versate in panchina dopo aver rifilato sei gol al Watford, sabato in finale di FA Cup, hanno trasformato l’iniziale suggestione in qualcos’altro, nel cuore dei tifosi juventini. Oppure sarà per quelle istruzioni tattiche rivolte a Raheem Sterling a margine della premiazione di Wembley: parole (e gesti, e impegno) che hanno acceso il sentimento già forte del popolo bianconero nei suoi confronti. Di sicuro, l’estrema professionalità di un fuoriclasse della panchina come Pep Guardiola non è mai stata in discussione e se fra i sostenitori del club campione d’Italia prende corpo il sogno di vedere il catalano sulla poltroncina che Massimiliano Allegri lascerà, è il caso che il desiderio venga cavalcato, al di là delle parole di prammatica dette fino ad ora dall’allenatore del Manchester City.

La Juventus sonda Simone Inzaghi, prova ad accelerare per Maurizio Sarri e nel caso in cui la Federcalcio francese apra uno spiraglio per Didier Deschamps, s’infilerà volentieri. Ma è anche vero che nel momento in cui i vertici societari ritengono l’attuale rosa meritevole di qualche aggiustamento qua e là, significa che probabilmente si avverte l’esigenza di avviare un nuovo progetto legato a un modo di giocare tale da far rendere al meglio i campioni a disposizione del tecnico.

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