
TORINO - È al secondo posto nella corsa alla panchina bianconera, che vede in testa Maurizio Sarri, ma per Simone Inzaghi non è una novità e neppure un problema, anzi: gli ricorda una circostanza fortunata. Nell’estate del 2016 alla corsa alla panchina della Lazio lui non partecipava neppure: dopo aver guidato la Primavera, e per le ultime sette giornate la prima squadra al posto dell’esonerato Stefano Pioli, era destinato alla Salernitana, l’altro club di Claudio Lotito. Ad allenare la Lazio doveva essere Marcelo Bielsa, ma la rottura tra Lotito e il “Loco” proiettò Inzaghi sulla panchina biancoceleste. Colpo di fortuna sfruttato alla grande, come dimostrano i trofei e l’attuale interessamento della Juventus. E non solo: a Inzaghi, e anche al ds biancoceleste Igli Tare, pensa il Milan, tanto che Lotito incontrerà a breve il tecnico per valutare la situazione e magari trattare un rinnovo del contratto, in scadenza tra un anno.

FEELING DI LUNGA DATA - Al suo presidente, però, anziché un rinnovo Inzaghi potrebbe chiedere il via libera per accasarsi alla Juventus. La società bianconera ha seguito la sua crescita dagli esordi, un po’ per il legame con Fabio Paratici, amico di suo fratello Pippo del quale era compagno nelle giovanili del Piacenza, un po’ perché la Lazio di Inzaghi è stata una delle rivali più ostiche della squadra bianconera, a cui ha anche strappato la Supercoppa 2017. Dell’allenatore della Lazio piacciono proprio il feeling con la vittoria, confermato anche dalla Coppa Italia appena conquistata contro l’Atalanta, la duttilità tattica e lo stile in campo e fuori.
