Petrachi lascia, il futuro del Torino è Bava con Moretti

Il mago dei giovani vede la promozione sul campo e un nuovo contratto. La stima di Cairo, il rapporto con Mazzarri e un braccio destro speciale in rampa di lancio
Petrachi lascia, il futuro del Torino è Bava con Moretti

TORINO - Il dado è tratto, adesso pure Petrachi ha attraversato il suo Rubicone per cercare di andare a Roma, anche se tra le sue letture non figura Svetonio. E sottolineiamo subito quel “cercare di”: materia ampia, delicata, tempestosa, cui dedichiamo un articolo nella pagina a fianco, data la virulenza dei fatti e dei possibili sviluppi. La sua telenovela, infatti, non si è certo già conclusa, sic et simpliciter. Resta il fatto, però, che il noto sito gianlucadimarzio.com, specializzato nel calciomercato e non solo, ieri mattina diffondeva una notizia. In sostanza: Gianluca Petrachi «ha deciso di rassegnare e consegnare le sue dimissioni al presidente del Toro Urbano Cairo». Quando? Mercoledì sera. Con destinazione futura per Petrachi, ovviamente: Roma, prima o poi.

Ma parliamo del futuro del Toro, qui, adesso. Lo sapete bene, care lettrici e cari lettori, perché è da qualche mese che lo scriviamo: il futuro sarà di Massimo Bava. E una volta di più lo ripetevamo ieri, commentando la rumorosa assenza del ds uscente alla conferenza di addio (al calcio giocato) di Emiliano Moretti. A maggior ragione lo sottolineiamo oggi: sarà Bava a sostituire Petrachi, sull’onda di una (meritata) promozione che Cairo manderà a regime a tempo debito. E non è finita qui. Perché ora possiamo rivelare altri dettagli proprio sullo stesso Moretti, già ribattezzato dirigente da Cairo. Moretti collaborerà con Bava seguendo un’operatività da disegnarsi man mano, strada facendo, mentre comincerà ad accumulare esperienza anche dietro a una scrivania. Un po’ osservatore di fiducia e talent scout, un po’ ambasciatore del Toro (anche sul mercato, volendo), un po’ collante tra la prima squadra e la società. I contorni del suo impegno saranno definiti meglio (e annunciati ufficialmente) in un prossimo futuro.

Ma torniamo a Bava. Massimo Bava abbandonerà, dunque, il pur delicato e importante ruolo di capo del vivaio granata, che ricopre con successi crescenti dal 2012. Un vivaio vincente, e non solo per la conquista dello scudetto, della Coppa Italia e di due Supercoppe italiane con la Primavera; in aggiunta, lo scudetto Berretti del 2014 e i trionfi nei prestigiosi tornei Arco di Trento e Maggioni per under 17; in generale, una crescita esponenziale del vivaio sia in termini di qualità che di quantità; e, altro successo enorme per il futuro, l’operazione Robaldo (stiamo parlando del centro sportivo che ospiterà il vivaio granata tra un paio di anni, dopo una ristrutturazione radicale dell’area). A tempo debito Bava sarà dunque nominato “primo” ds. Ma ds patentato in realtà lo è già: da 20 anni. Prima del Torino aveva mietuto successi dai Dilettanti, dalla D (promozioni con Rivoli, Volpiano e Canavese, in ambito piemontese e nazionale) fino alla serie C. Ora come ds, ora (più spesso) come dg (ruolo persino più ampio): portando tra i professionisti lo stesso Canavese, e poi arrivando in C1 col Cuneo, dopo un altro campionato vinto. Scovando giocatori di qualità e realizzando pure belle plusvalenze, non vincendo insomma solo sul prato.

Poi, come detto, il Toro, dal 2012. Il Toro, la squadra per cui Bava tifa fin da bambino. Oggi ha 55 anni. E’ chiaro, non ha mai lavorato come ds di una prima squadra in A. Si dovrà fare le ossa, crescerà ancora: come tutti i professionisti di buona volontà e con tanto sale in zucca. Cairo stravede per lui. Gli rinnovò il contratto, l’ultima volta, con un termine temporale il più lungo possibile, come da normative (sono già trascorsi anni: scadrà nel 2022). Molti mesi fa Cairo disse pubblicamente: «E’ come se gli avessi fatto un contratto a vita, per quanto lo stimo». Ora, ovviamente, il suo legame contrattuale andrà riveduto e corretto alla bisogna, dato il nuovo ruolo, che diventerà ufficiale in un prossimo futuro. Bava già da un anno ha poi accresciuto il rapporto professionale con la prima squadra, sempre da capo del vivaio, per favorire il lavoro di Mazzarri (con cui ha un ottimo rapporto) nella valorizzazione e nel lancio dei giovani della Primavera di maggior talento (Millico, in primis). Insomma, il terreno è già fertile. Vedremo spuntare fiori, un giorno. Lo speriamo. Ma lo pensiamo anche. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...