© www.imagephotoagency.itMILANO - E’ Patrick Cutrone il primo giocatore sacrificato dal Milan per dar vita alla rivoluzione di Giampaolo, Boban e Maldini. Diciotto milioni più quattro di bonus, tutti di plusvalenza dal momento che il bomber è cresciuto nelle giovanili: con questa offerta il club rossonero si è convinto ad accettare la proposta del Wolverhampton, che già da qualche giorno stava corteggiando il giovane attaccante. Ma Cutrone, che già in passato aveva dimostrato di non avere mai avuto paura della concorrenza, era molto perplesso, per non dire contrario: sentiva il Milan come qualcosa di suo, era convinto che con questa maglia avrebbe fatto grandi cose per un pubblico che adora. Alla fine ha dovuto arrendersi, anche alla luce dei giocatori che via via venivano ormai affiancati al Milan. L’arrivo di Leao, di Correa, gli avrebbero tolto ulteriormente spazio.
Certamente la sua ultima stagione non è stata all’altezza della precedente. E quindi non è detto che Cutrone possa essere davvero il nuovo Inzaghi, come forse si era un po’ frettolosamente ventilato quando aveva cominciato a segnare a raffica. Resta comunque nella storia del Milan come il terzo giocatore (oltre a Rivera e Pato) ad aver concluso la stagione in doppia cifra, quanto a gol realizzati, con un’età inferiore ai vent’anni. Se ne va nella Premier League, un campionato dove certamente le sue non impeccabili qualità tecniche saranno colte meno, a favore della grinta e della determinazione, che certamente non gli mancano. Cutrone paga, paradossalmente, il fatto di essere un prodotto del vivaio e, di conseguenza, di essere oro nelle mani di chi deve sistemare bilanci perennemente in rosso.