Evra: "Pogba alla Juve si sentiva amato, al Manchester United no"

L'ex terzino bianconero, in un'intervista al Mail on Sunday: "Quando compri belle macchine e una casa grande, crei odio e gelosia, quindi dovrai migliorarti sempre di più per non essere criticato"
Evra: "Pogba alla Juve si sentiva amato, al Manchester United no"

LONDRA (INGHILTERRA) - Patrice Evra, ex terzino della Juventus che qualche settimana fa ha annunciato il ritiro dal calcio giocato, in un'intervista al Mail on Sunday, ha parlato di Paul Pogba, centrocampista del Manchester United conteso sul mercato da Juventus e Real Madrid. Evra è un grande amico del francese e a proposito del suo futuro dice: "Non so quale sarà il futuro di Paul. So che si è sentito veramente amato alla Juventus e lo stesso amore non lo ha ricevuto al Manchester. Dimentichiamo sempre di cosa è fatto un giocatore. Un giocatore è ciò che fa in campo. Quindi 'uccidilo' quando non gioca bene, ma se gioca bene concentrati su quello". Pogba, dopo un braccio di ferro tra Juve e Real Madrid per il suo acquisto, alla fine potrebbe davvero rimanere al Manchester United, come dichiarato dallo stesso tecnico dei Red Devils Ole Gunner Solskjaer. "Quando compri belle macchine e una casa grande, crei odio e gelosia - continua Evra - quindi dovrai migliorarti sempre di più per non essere criticato. È per questo che ho detto a Paul 'fai cio' che vuoi ma se questo finisce per condizionarti, stop. Non cercare di essere un guerriero. Fermati'".

"Ho ricevuto tante minacce di morte"

Evra ha poi raccontato l'episodio di quando venne chiamato "negro" per bene sette volte da Luis Suarez. "Ho ricevuto tante lettere di morte - denuncia Evra -. Per mesi c'era un'auto della sicurezza fuori dalla mia casa a Ederley Edge, 24 ore al giorno. Non è stato facile per la mia famiglia ma sono cresciuto nelle strade di Les Ulis quindi per me era qualcosa di normale. Fossi stato un altro, sarei impazzito. Non so se Suarez sia razzista. Non conosco la sua famiglia e il suo background. Ma quel giorno c'è stato un insulto razzista. Non lo odio, non l'ho mai odiato. Avrei voluto colpirlo in campo quella volta ma odiare per me è impossibile".

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