Mandzukic sempre più in uscita: Barcellona caldo, lui spera nel Bayern Monaco

Il Borussia Dortmund non insiste e la pista esotica non tenta l’attaccante croato della Juve
Mario Mandzukic© Getty Images

TORINO - Le ultime tracce di Mario Mandzukic sono lontane dieci giorni esatti. Sabato 17 agosto il croato entra a mezz’ora dalla fine dell’amichevole di Trieste nel momento in cui i giuliani dimenticano di essere sotto di due categorie rispetto alla Juventus e per poco non pareggiano. A Parma, invece, l’attaccante rimane in panchina e anche se una fetta consistente del popolo bianconero rimpiangerebbe la sua partenza, il fatto che al Tardini non sia entrato non ha stupito quasi nessuno. E non è una questione legata alle qualità tecniche del calciatore. Indiscutibili, quelle, al pari delle considerazioni fatte ai piani alti del club campione d’Italia e di concerto con Maurizio Sarri: Mandzukic nel nuovo progetto non ha futuro. Soprattutto, non è un titolare. Una condizione del genere non può soddisfare l’ego giustamente sterminato di mister 27 titoli, Champions League inclusa. No good, direbbe lui, non gli basta aver sollevato anche il trofeo maledetto per la Juve. E quindi anche il croato, dopo quattro stagioni di onorata carriera, sta cercando altro, da un pezzo.

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Mandzukic spera nel Bayern Monaco

Saltata la trattativa con il Manchester United perché gli inglesi si sarebbero “svegliati tardi” secondo il credo della punta, abbandonate le potenziali piste esotiche o comunque lontane dallo stile di vita italiano (Cina e non solo), il croato - ancora sul taccuino del Barcellona - ha sempre contato sui buoni ricordi che ha lasciato di sé nell’arco del quadriennio vissuto in Germania, tra Wolfsburg e Bayern Monaco. A parte le accese discussioni con Felix Magath e Pep Guardiola, s’intende. Detto che il Borussia Dortmund sinora ha fatto solamente un sondaggio, quella bavarese è sempre stata una delle poche società davvero interessate al giocatore (assieme al Barça), e che il giocatore avrebbe sicuramente gradito. Un apprezzamento confermato nel tempo, considerata la stima del tecnico Niko Kovac e nonostante le resistenze di Karl-Heinz Rummenigge, massimo dirigente dei tedeschi. Solitamente, quand’è così, le ragioni del club hanno la meglio: ai diktat di Kalle non si transige. Eppure uno spiraglio c’è anco ra e Mandzukic, assieme al proprio entourage, tifa per questo. Non perché senta il bisogno di andarsene a tutti i costi, ma perché nella Juventus non avrebbe più posto in lista Champions, mentre in campionato dovrebbe accontentarsi delle briciole. Alla Continassa hanno fatto altre scelte e lui s’adatterà.

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La dirigenza della Juve sta lavorando per la cessione di Mandzukic

Il problema è capire quanto mercato abbia Mario e se davvero dalla Catalogna saranno pronti a un rilancio a stretto giro di posta, nella prospettiva di un duello (per ora solo ipotetico) con il Bayern. La dirigenza bianconera, di sicuro, sta lavorando alacremente per la cessione del 33enne di Slavonski Brod. Mandzukic, in giovane età, studiò per diventare un piastrellista perfetto. Ora sta provando a costruirsi un nuovo futuro, basato su nuove fondamenta.

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TORINO - Le ultime tracce di Mario Mandzukic sono lontane dieci giorni esatti. Sabato 17 agosto il croato entra a mezz’ora dalla fine dell’amichevole di Trieste nel momento in cui i giuliani dimenticano di essere sotto di due categorie rispetto alla Juventus e per poco non pareggiano. A Parma, invece, l’attaccante rimane in panchina e anche se una fetta consistente del popolo bianconero rimpiangerebbe la sua partenza, il fatto che al Tardini non sia entrato non ha stupito quasi nessuno. E non è una questione legata alle qualità tecniche del calciatore. Indiscutibili, quelle, al pari delle considerazioni fatte ai piani alti del club campione d’Italia e di concerto con Maurizio Sarri: Mandzukic nel nuovo progetto non ha futuro. Soprattutto, non è un titolare. Una condizione del genere non può soddisfare l’ego giustamente sterminato di mister 27 titoli, Champions League inclusa. No good, direbbe lui, non gli basta aver sollevato anche il trofeo maledetto per la Juve. E quindi anche il croato, dopo quattro stagioni di onorata carriera, sta cercando altro, da un pezzo.

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