© FOTO SONIA MOSCAROMA - Con il passaggio di proprietà da ultimare tra Pallotta e Friedkin, la Roma si rimette in moto. Al campo ci pensa Fonseca, al mercato e alla gestione del club il duo Fienga-Petrachi. Se il ds ha la certezza di completare la prossima sessione di mercato (la Procura s'è presa sino al 29 gennaio per il supplemento d'indagini), tocca al Ceo governare a Trigoria. Le linee-guida sono state già tracciate da qui sino a fine stagione e non prevedono operazioni in entrata di primo piano in questa finestra di gennaio. Ogni intervento sarà mirato alle esigenze della squadra, ma non si discosterà dal canovaccio dell'uno esce e uno entra.
Priorità all'attacco
Fonseca farebbe carte false per Mertens, in scadenza di contratto, ma non si fa illusioni, sapendo la difficoltà della trattativa. Non tanto per il costo del cartellino che con il contratto in scadenza a giugno è accessibile (10 milioni). Quanto per le pretese economiche del belga (non più un ragazzino, essendo un classe '87, che chiede un triennale da 4 milioni, più un bonus alla firma di 5 milioni per lui e 3 per l'agente) e la difficoltà di trattare con De Laurentiis. Costi proibitivi sembra avere anche Mariano Diaz: il Real Madrid è disponibile a cedere il giocatore solo in prestito oneroso, chiedendo 7 milioni. Diventerebbero più di 40 in caso di riscatto a fine campionato. In più l’ingaggio è di 4,5 milioni. Non proponibile in questa fase di ristrutturazione della società che almeno sino alla fine del campionato continuerà a seguire le linee aziendali di risanamento approvate in estate. Rimangono quindi le opzioni legate a Kean (ma Ancelotti sembra non volerlo lasciar andare) e Pinamonti, perlopiù considerato una carta di riserva. Il Milan, dopo aver preso Ibrahimovic, sta offrendo Piatek che però chiede una piazza dove possa giocare. Più facile a Firenze rispetto a Roma con Dzeko.
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