© Marco CanonieroMILANO - Tutto ruota intorno a Paquetà, Suso e Piatek. Solo un’uscita dei tre malpancisti può sbloccare un mercato in entrata che, allo stato dell’arte, può essere fatto solo attraverso prestiti. Giovedì, con la rinuncia da parte di Paquetà di partire per Brescia (avvenuta dopo un colloquio con Pioli, ma pure dopo la visita in sede di Eduardo Uram, procuratore del giocatore, per parlare con i dirigenti), il caso è deflagrato. Non bisogna essere allievi di Sherlock Holmes per intuire come quella messa in atto sia una strategia per andare al Psg dove Paquetà troverebbe un formidabile sponsor in Leonardo che nel gennaio scorso lo ha portato al Milan. Trattativa, quella con il Flamengo, che - letta a posteriori - è stata un bagno di sangue, considerato che il brasiliano è costato a Elliott 37,9 milioni. Oggi il brasiliano è a bilancio per circa 29,5 milioni, cifra lontanissima dai venti offerti a Natale dal Psg.
Minusvalenze vietate
Tra i diktat imposti dalla proprietà a Maldini, Boban e Massara, c’è in primis quello di non effettuare minusvalenze a bilancio e, per questo motivo, l’unica strada per provare a risolvere il problema è quello di uno scambio di prestiti tra i possibili esuberi del Psg - Paredes, Herrera e Draxler, restando al centrocampo -, peraltro tutti giocatori che possono essere utilissimi al 4-4-2. «Non siamo assolutamente delusi da Paquetà - ha spiegato ieri sera il ds Massara -, è un professionista serissimo, sta vivendo un momento di appannamento, si è confrontato con l'allenatore e hanno convenuto fosse meglio lavorare a Milanello per essere in ottime condizione per la Coppa Italia martedì. Cessione? Siamo contenti di Lucas, siamo sicuri darà un contributo importante a questa squadra». Sarà. Da escludere, per parole dell’agente Uram a “Lance”, un ritorno invece in Brasile.
Leggi l'articolo completo nell'edizione odierna di Tuttosport