Giusto fare un passettino indietro. Anche perché qualcosa del Mino Raiola pensiero è già filtrato, ok, ma altra buona parte è invece rimasta confinata tra le mura di San Siro. O comunque spezzettata un po’ di qua e un po’ di là nel territorio Euro-calcistico in quanto frutto d’una lunghissima chiacchierata che il super-agente ha snocciolato - dopo Milan-Juventus di Coppa Italia - un po’ in italiano, un po’ in francese, un po’ in olandese, un po’ in portoghese a seconda degli interlocutori - con tanto di telecamere e/o registratori - che aveva davanti.
Una chiacchierata, per intenderci, inframezzata anche dal fugace incrocio del suddetto Raiola con il vice-presidente bianconero Pavel Nedved, suo ex assistito. E che dunque è facilmente virata su temi molto juventini. Peraltro gustosi assai.
«Quant’è cresciuto Pavel come dirigente? Ha già dmostrato di essere un grande dirigente. Poi è chiaro, chiunque nella vita non impari di più giorno dopo giorno, beh, vuol dire che è morto. Anche un giornalista... Scrive un pezzo e dice, che bel pezzo. Ma poi cerchi di scriverne uno migliore il giorno dopo. Lo stesso per un dirigente sportivo. Ma di sicuro alla Juve non ci sono problemi in questo senso, in quanto a dirigenti».