Lo storico della stagione di Palmieri al Chelsea - la seconda vissuta per intero, visto che lo sbarco a Stamford Bridge risale alla fine di gennaio 2018 - racconta più di mille parole: al netto di due infortuni non gravi, 18 presenze tra Premier e Coppe, un paio di assist, meno di 1.350 minuti complessivi in campo, ma soprattutto Chelsea-Arsenal 2-2, 24° turno di campionato, un’ammonizione a carico e, pare strano, senza essere sostituito. Poi il nulla, leggasi tre panchine di cui l’ultima nel disastroso 0-3 casalingo con il Bayern Monaco in Champions. Mano, dunque, al calendario e ferme restando le conseguenze legate all’emergenza coronavirus il terzino ora vede la proibitiva trasferta in Baviera e i successivi impegni, inclusi quelli di FA Cup con il Chelsea ai quarti e tuttora in corsa dopo aver strapazzato il Liverpool. Ecco, se il trend dovesse proseguire e il nazionale azzurro fosse costretto a riscaldare la panchina o peggio ad accomodarsi in tribuna il mercato attorno al suo nome si accenderebbe in automatico. E la Juve proverebbe ad accelerare, tanto più che l’agente di Palmieri - com’è logico dal suo punto di vista - per il momento indugia, non accenna ad eventuali proposte da valutare per il prossimo futuro, ma in verità s’è messo in posizione di fiduciosa attesa. Perché il ragazzo vale e non saranno i due anni restanti del contratto che ancora lo lega ai Blues a farlo recedere dal desiderio di voltare pagina.