Pagina 2 | Rabbia Emerson, Lampard lo snobba. La Juve ci prova

TORINO - Il ragazzo ha le spalle larghe e neppure una lunga lista di esclusioni servirà a demoralizzarlo. Però quando la misura è colma sarà il caso di farlo notare ed Emerson Palmieri non è un tipo abituato a stare nel proprio cantuccio rimuginando sui propri errori. Per carità, nessuno è perfetto ma lui vuole far capire a mister Frank Lampard che se continua a non giocare il tecnico avrà i suoi mille motivi, tuttavia il rischio che le strade si separino a fine stagione sarà sempre più reale. Questione di punti di vista, se l’allenatore già star globale del Chelsea campione di tutto nell’arco di un decennio a tratti memorabile (2004- 13) s’è impuntato, tanto che con l’ex romanista ha ormai ben poco da condividere. Un numero basta e avanza: 51, come i giorni trascorsi dall’ultimo segnale di vita di Palmieri su questa terra. La Juventus, che negli ultimi anni ha più volte dimostrato di avere le carte giuste per convincere i giocatori scontenti (tanto meglio se in scadenza di contratto), è alla finestra. Di più: s’è messa in testa di fare un tentativo concreto e dunque, tramite emissari fidati, ha fatto sapere all’entourage del 25enne italo-brasiliano che conviene resistere, aspettare, evitare di far saltare il banco a suon di litigi con chi decide la formazione. Emerson a Torino è un ricordo lontano quasi tre lustri: qui si tratta di un omonimo, ma che come il precedessore può rivelarsi estremamente utile alla causa.

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Lo storico della stagione di Palmieri al Chelsea - la seconda vissuta per intero, visto che lo sbarco a Stamford Bridge risale alla fine di gennaio 2018 - racconta più di mille parole: al netto di due infortuni non gravi, 18 presenze tra Premier e Coppe, un paio di assist, meno di 1.350 minuti complessivi in campo, ma soprattutto Chelsea-Arsenal 2-2, 24° turno di campionato, un’ammonizione a carico e, pare strano, senza essere sostituito. Poi il nulla, leggasi tre panchine di cui l’ultima nel disastroso 0-3 casalingo con il Bayern Monaco in Champions. Mano, dunque, al calendario e ferme restando le conseguenze legate all’emergenza coronavirus il terzino ora vede la proibitiva trasferta in Baviera e i successivi impegni, inclusi quelli di FA Cup con il Chelsea ai quarti e tuttora in corsa dopo aver strapazzato il Liverpool. Ecco, se il trend dovesse proseguire e il nazionale azzurro fosse costretto a riscaldare la panchina o peggio ad accomodarsi in tribuna il mercato attorno al suo nome si accenderebbe in automatico. E la Juve proverebbe ad accelerare, tanto più che l’agente di Palmieri - com’è logico dal suo punto di vista - per il momento indugia, non accenna ad eventuali proposte da valutare per il prossimo futuro, ma in verità s’è messo in posizione di fiduciosa attesa. Perché il ragazzo vale e non saranno i due anni restanti del contratto che ancora lo lega ai Blues a farlo recedere dal desiderio di voltare pagina.

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Lo storico della stagione di Palmieri al Chelsea - la seconda vissuta per intero, visto che lo sbarco a Stamford Bridge risale alla fine di gennaio 2018 - racconta più di mille parole: al netto di due infortuni non gravi, 18 presenze tra Premier e Coppe, un paio di assist, meno di 1.350 minuti complessivi in campo, ma soprattutto Chelsea-Arsenal 2-2, 24° turno di campionato, un’ammonizione a carico e, pare strano, senza essere sostituito. Poi il nulla, leggasi tre panchine di cui l’ultima nel disastroso 0-3 casalingo con il Bayern Monaco in Champions. Mano, dunque, al calendario e ferme restando le conseguenze legate all’emergenza coronavirus il terzino ora vede la proibitiva trasferta in Baviera e i successivi impegni, inclusi quelli di FA Cup con il Chelsea ai quarti e tuttora in corsa dopo aver strapazzato il Liverpool. Ecco, se il trend dovesse proseguire e il nazionale azzurro fosse costretto a riscaldare la panchina o peggio ad accomodarsi in tribuna il mercato attorno al suo nome si accenderebbe in automatico. E la Juve proverebbe ad accelerare, tanto più che l’agente di Palmieri - com’è logico dal suo punto di vista - per il momento indugia, non accenna ad eventuali proposte da valutare per il prossimo futuro, ma in verità s’è messo in posizione di fiduciosa attesa. Perché il ragazzo vale e non saranno i due anni restanti del contratto che ancora lo lega ai Blues a farlo recedere dal desiderio di voltare pagina.

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