Rangnick al Milan è un assist per Leao

In rossonero ha deluso e pure Pioli lo ha bocciato, ma su di lui Elliott ha investito 28 milioni. Per età e colpi è il giocatore perfetto che può fare al caso del tecnico tedesco
Rangnick al Milan è un assist per Leao© LAPRESSE

MILANO - Un investimento forte - 28 milioni, di cui 23 cash più il cartellino del difensore Tiago Djalò -, aspettative importanti e paragoni ingombranti. L’arrivo al Milan di Rafael Leao la scorsa estate aveva attirato grande attenzione sul 20enne attaccante portoghese, descritto in patria come il talento più fulgido uscito dalla cantera dello Sporting Lisbona dai tempi di Cristiano Ronaldo. I lampi estivi e di inizio stagione di Leao sono stati pochi - per l’utilizzo -, ma illuminanti, tant’è che al suo arrivo Stefano Pioli puntò subito su di lui come centravanti, “panchinando” Piatek. Poi è arrivato il calo, le esclusioni, i dubbi sul suo potenziale e un atteggiamento non proprio positivo in allenamento e in campo (dopo la gara col Lazio, il 3 novembre, arrivò il cazziatone pubblico: "Non è entrato con lo spirito giusto, sa di aver sbagliato; ovviamente è giovane e mi auguro abbia imparato la lezione"). Per tutti Leao, tornato in patria in questi giorni di isolamento, rimane un prototipo di campione. Ha colpi e fisico. Deve migliorare in molti aspetti (la conclusione), ma il profilo di Leao sembra sposarsi alla perfezione con l’idea di giocatori che ha Ralf Rangnick, il candidato principale alla panchina rossonera della prossima stagione. Leao dopo un anno di apprendistato, dovrà far vedere di aver capito come comportarsi e dove migliorare, per far sì che l’investimento del Milan dell’estate scorsa (lo strappò a una folta concorrenza, Inter compresa), non si dimostri sbagliato.



Ecco quindi che un classe 1999 come Leao, rappresenti l’identikit ideale di un Milan che ancora più di oggi, proseguirà e ripartirà dai giovani. Ovviamente ci sarà bisogno di un apporto diverso: Leao dopo gli 8 gol in 24 gare di Ligue 1, in Serie A è fermo a 2 centri, con Fiorentina e Cagliari, in 21 partite. Numeri non da attaccante da Milan, ma dalla sua Leao, oltre alla giovane età che non aiuta all’esordio in torneo complicato come il nostro, ha pure un impiego a singhiozzo (10 presenze da titolare) e non propriamente continuo (1.055 minuti, quindi 50 di media a incontro). L’arrivo di Ibra doveva aiutarlo a crescere e a imporsi, ma dopo alcune gare in coppia, è esploso Rebic, confinandolo di nuovo in panchina. 

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