Milan, tra Ibrahimovic e Rangnick uno è di troppo

Caratteri forti, filosofie differenti: Gazidis dovrà scegliere. Previsto un faccia a faccia con l'ad rossonero quando lo svedese rientrerà in Italia
Milan, tra Ibrahimovic e Rangnick uno è di troppo© www.imagephotoagency.it

MILANO - Che le incertezze di Zlatan Ibrahimovic sul suo futuro, palesate nelle scorse settimane, stiano lentamente rientrando e cresca, di pari passo, la sua voglia di giocare per un’altra stagione, visto che quella attuale è stata fortemente condizionata dal coronavirus, risulta abbastanza palese dalle foto che quotidianamente arrivano dalla Svezia. Foto che lo ritraggono ancora una volta in campo, al fianco dei giocatori dell’Hammarby, persino nel giorno di Pasquetta, approfittando del fatto che in Svezia le normative anti-contagio siano molto più blande e consentano gli allenamenti collettivi. L’Hammarby, lo ricordiamo, è il club del quale lo svedese ha acquistato il 25% delle quote e di conseguenza nessuno può dirgli nulla, se decide di unirsi a loro. Ed evidentemente anche il Milan non ha nulla da eccepire, visto che Ibra si era già allenato, un po’ a sorpresa, tre giorni fa e ieri è potuto tornare sul “luogo del delitto”.

Nemmeno Ralf Rangnick, in effetti, ha mai detto cosa pensa dell’eventuale rinnovo a Ibrahimovic. E non era francamente possibile che dicesse qualcosa, visto che non si sa ancora se verrà, se verrà da dirigente o se verrà da tecnico. Quel che è certo, però, è che, “a naso”, non è che lui e Ibrahimovic si prendano molto. Intanto perché sono entrambe primedonne e come si è dimostrato con Guardiola a Barcellona non sempre lo svedese è capace di sopportare le forti personalità in panchina, ma poi anche sotto l’aspetto tattico, dal momento che Zlatan a 38 anni (ma nemmeno lo sopportava quando era più giovane) sopporta il pressing aggressivo e continuo che il tecnico tedesco impone alle sue squadre in generale e agli attaccanti in particolare. Certo, c’è la possibilità che Rangnick arrivi come direttore tecnico e allora le cose, almeno in arte, potrebbero cambiare. Anche se pure lui, come Gazidis, ama puntare sui giovani: Pioli, o chi per esso, saprà convincerlo dell’importanza di avere Ibrahimovic ancora in squadra?

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